Torino (Giulia Giraudo) – Dopo la visita lampo a Torino del Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti c’è una schiarita nella nebbia fitta che avvolge la Fondazione Crt dopo le dimissioni del presidente Fabrizio Palenzona. L’incontro a tre di Giorgetti col sindaco di Torino Stefano Lo Russo e il governatore del Piemonte Alberto Cirio coi quali s’è registrata una totale consonanza e unità d’impegno. Per uscire dal tunnel Giorgetti ha chiesto al presidente ad interim Maurizio Irrera tutte le relazioni a partire dai verbali degli incontri del 19 e del 22 aprile che hanno portato alla sfiducia al segretario generale Varese e alle dimissioni del presidente Palenzona. Irrera chiede tempo in quanto la mole di documenti da inviare è tanta per cui ha chiesto una settimana di tempo e tutto dovrebbe arrivare a Roma entro metà mese. Nel frattempo sono state depositate le dichiarazioni di gran parte dei consiglieri che si smarcano dicendo di non essere coinvolti in eventuali conflitti d’interesse. Ma al Mef la pensano diversamente e in pratica sono d’accordo con Palenzona che ha da tempo inviato un dossier al calor bianco in forza del quale è partito un esposto in procura. Senza contare le questioni di opportunità (come la spartizione delle nomine votata nell’ultimo cda) e l’immagine pesantemente compromessa di un ente che ha importanti partecipazioni, a cominciare dal 2,15% in Unicredit e una quota in Generali vicina al 2%. Resta l’opzione del commissariamento anche se il ministro preferirebbe risolvere tutto a livello amministrativo con l’azzeramento delle cariche, a cominciare dal cda. Non basta in quanto per Torino sarebbe un duro colpo la certificazione di un fallimento, un’eventualità che sia Cirio che Lo Russo preferirebbero evitare, anche perché martedì si riunisce il nuovo Consiglio d’indirizzo composto per la metà (12 su 21) da persone che non hanno nessun legame coi fatti dell’ultimo anno.