Max Corradi – Egregi Candidati piemontesi, vi scrivo in occasione di una data, il 5 maggio, che ha un forte e divino richiamo spirituale. Santa Romana Chiesa celebra in questo giorno San Pio V (1504 – 1572) che, oltre a essere figlio della nostra terra, è stato soprattutto il difensore e salvatore dell’Europa. Il 7 ottobre 1571, la Lega Santa, fatta di spagnoli e di italiani, voluta e benedetta dal Nostro Santo, fermò l’impero ottomano che di lì a poco avrebbe altrimenti conquistato gran parte della cristianità e del vecchio continente. Come a Poitiers nell’anno di Nostro Signore 732, a Lepanto e dopo a Vienna nel XVII secolo (11 e 12 settembre 1683), l’Europa salvò le proprie tradizioni cristiane, la propria libertà e la propria civiltà. Non furono i protestanti, non furono le grandi nazioni (che poi così grandi non erano) e neppure gli scismatici anglosassoni, ma i cattolici di ogni epoca e di ogni generazione che hanno combattuto per la nostra storia e per la sopravvivenza della cristianità. Come sapete bene, il 5 maggio, però, è anche il giorno di manzoniana memoria in cui si spense Napoleone Bonaparte (1769 – 1821) dopo la sua conversione al cristianesimo. Quel Napoleone che, partito da Marengo (casa nostra), fu l’ultimo Imperatore del Sacro Romano Impero, fu l’ultimo statista a tentare, non riuscendovi, di unire nuovamente l’Europa. Dopo la seconda guerra mondiale, furono tre statisti cattolici (e sottolineo cattolici), Alcide De Gasperi (1881 – 1954), Konrad Adenauer (1876 – 1967) e Robert Schuman (1886 – 1963) che pensarono nuovamente a un’Europa unita. Unita e non confederata. Sappiamo, però, che il principe di questo mondo, seppur sconfitto, vive e governa su questa terra impedendo spesso la salvezza delle nostre anime. Così anziché pensare ai poveri, alle famiglie, ai lavoratori, agli artigiani, ai commercianti e agli agricoltori, la falsa unione europea (falsa anche nel nome) ha pensato ai ricchi, ai banchieri e a quegli imprenditori che, ispirati dall’etica egoistica del diavolo hanno cancellato nella mente e nei cuori del popolo europeo la speranza della salvezza e li hanno drogati di consumi inutili e di debiti per continuare a soggiogarli col denaro (“sterco del diavolo”). Gentili Candidati, se sarete eletti, vi invito ad occuparvi delle vere grandi cose che facciano rinascere Fede, Speranza e Carità nel popolo europeo. Mi riferisco agli ospedali, alle carceri, ai mercati dove anche i poveri possono comprare qualcosa, ai terreni agricoli, al trasporto pubblico a basso prezzo, ma efficiente, Mi riferisco alla necessità di eliminare le speculazioni finanziarie, gli extraprofitti dei grandi gruppi economici dove i miliardi di guadagni non ricadono a favore del popolo europeo. Se tutto questo vi sembra impossibile o folle e il sottoscritto un povero allucinato, vi invito a leggere i saggi di un grande storico (ovviamente anche lui cattolico), Hilaire Belloc (1870 – 1953) di padre francese e madre inglese. Sono convito, per il bene di tutti noi, che vedreste così il mondo e l’Europa sotto una luce completamente diversa. Così Egli scriveva nel 1932 nell’introduzione al suo saggio su Napoleone Bonaparte: “Il compito che oggi ci attende è la ricostituzione dell’unità europea. Non una federazione mondiale (idea meccanica senza base storica, né organica), ma la ricostruzione di un’Europa unita: questa è la massima impresa che ci attende, il cui esito, positivo o negativo, deciderà se dovremo vivere o morire” (H. Belloc, “Napoleone. Il sogno infranto di un’Europa unita”. Fede & Cultura. Verona, 2018. Pag. 5). A tutti un sincero abbraccio di uno dei pochi che continua ad avere fede, speranza e carità.