Buonasera, vi scrivo, ben consapevole che probabilmente non sarò né il primo né l’ultimo, per lamentarmi dell’aumento della retta nella casa di riposo ove risiede mio suocero. Dal 1° maggio la retta passerà dagli attuali 1800 € a 2190 € e dal 1° novembre a 2490 €, con un aumento superiore al 38%, tali aumenti sono, secondo chi gestisce la struttura, da imputare principalmente al nuovo contratto di lavoro in essere da questo anno.
A parte il cattivo gusto di imputare ai lavoratori gli aumenti delle rette, quanto sta avvenendo ci obbligherà a rivolgerci agli uffici competenti per chiedere un aiuto, da notare che sino a ieri intervenivamo noi, come famiglia, ad integrare 600 € al mese e non abbiamo mai voluto chiedere nulla, pensando che vi fossero situazioni ben più difficili che necessitavano di questi aiuti, aiuti fra l’altro che implicano, se non ho inteso male, di passare anche un controllo patrimoniale, che trovo corretto, ma che se passato non dà la certezza di poterli avere, sia per possibile carenza di fondi e/o per mancanza di posti letto convenzionati nella struttura.
Vorrei chiudere con una considerazione: oggi, ascoltando la TV, ci dicono che va tutto bene; quindi, e non vorrei passare da populista, va tutto bene se hai delle entrate ben oltre la media, per cui deduco che lo scollamento fra i problemi reali e quotidiani di noi comuni mortali e chi dovrebbe, ben pagato, risolverli, sia divenuta una chimera.
In allegato la lettera ricevuta 20240412 Aumento Rette RSA oscurata in cui ho oscurato i dati di mio suocero e mi auguro che possiate dar voce a questa notizia.
Vi ringrazio in anticipo.
Lettera firmata