di Max Corradi – È difficile comprendere quando si avvicina la fine e quando qualcosa di nuovo è pronto per nascere. Mi riferisco al Comune di Alessandria. Da fonti verificate, Palazzo Rosso ha seri problemi di bilancio, con la Corte dei Conti e col Governo; registra un disastro gestionale di Amag, la multiservizi comunale di gas, acqua e luce; è gestito da manager incompetenti, amministratori ridicoli e dipendenti distratti; assiste impotente a lotte intestine per un rimpasto senza lievito e dal sapore gattopardesco (“tutto cambi perché tutto resti come prima”). Il tutto è un cocktail esplosivo oltre che una brutta gatta da pelare per il povero sindaco. Persino nelle fotografie degli amministratori e dei politici sui mezzi d’informazione tradizionali e digitali si coglie quel velo sugli occhi, quel sorriso stanco, quasi rassegnato di chi conosce la realtà delle cose e non può cambiarla. Se tutto ciò sia un bene o un male lo sapremo presto. Preoccupa, però, l’indifferenza e la distrazione di una città che, non si sa se consapevole o meno, pare totalmente avulsa dal contesto politico e amministrativo. Sono lontanissimi i tempi in cui il controllo e la pressione dell’opinione pubblica e della magistratura determinavano una quotidiana e sana tensione morale e intellettuale dei reggitori del potere locale e, paradosso dei paradossi, nell’epoca dei social e dell’informazione digitale nessuno sa cosa veramente accada in Amag dove gli amministratori sembra corrano dietro più agli istinti primordiali che a risanare un bilancio per evitare licenziamenti in massa ormai alle porte. Nessuno sa cosa veramente accada in Comune dove inutili commissioni permettono ai consiglieri di mantenersi, dove parassiti senza mestiere diventano improvvisamente esperti di organizzazione, di eventi o di finanza. Nessuno sa cosa veramente accada tra Arpa, ASL e Solvay mentre il PFOA (ormai dichiarato cancerogeno) e il c6o4 (nuova molecola di cui non si conoscono ancora gli effetti a lungo termine) stanno ammorbando l’acqua, la terra e l’aria di Alessandria. Nessuno sa dove e come si possa ancora vivere in una città a rischio idrogeologico e dove, per dolo o dabbenaggine, tutti i progetti d’investimento sono da riprogrammare perché previsti proprio dove il rischio è alto (ospedale e campus universitario). Forse tutto questo e altro ancora servirà a far nascere qualcosa di nuovo, forse potrà contribuire a cambiare un sotterraneo, ma persistente, pessimismo disincantato che nasce dalla tragedia dell’alluvione del 1994.
Forse.