Torino – Che l’Università di Torino fosse tra le peggiori del mondo e la peggiore d’Italia (364° al mondo secondo Corsera) era cosa nota, ma noi cronisti, avendo qualche amico che insegna a Torino, abbiamo steso sempre un velo pietoso su quella sgangherata università. Ma ora, oltre all’infima preparazione che dà agli studenti, l’ateneo fa propaganda politica contro i nostri fratelli maggiori e a favore dei musulmani. Noi siamo liberali e non abbiamo niente contro nessuno, ma i terroristi no. Quelli no. Proprio perché siamo liberali sappiamo che la libertà di ciascuno finisce dove inizia quella degli altri e i terroristi, di questo elementare principio di civiltà, se ne fregano. L’isolamento di Israele non può passare e scriviamo nero su bianco che Hamas è una cellula terroristica araba e che Israele ne è la vittima. Per fortuna gli ebrei so’ tosti (come direbbero a Roma) e di Hamas se ne fottono, e fanno bene. Quello che amareggia è la decisione presa dall’ateneo dell’Università di Torino che dice basta alla collaborazione con Israele piegandosi ai collettivi “Cambiare Rotta” e “Progetto Palestina” di estrema sinistra che sposano la propaganda antisraeliana e filo Hamas. Ed ecco che nella giornata di ieri, martedì 19 marzo 2024, gli attivisti dei collettivi hanno interrotto la seduta del Senato accademico e sono riusciti ad ottenere l’uscita dell’ateneo dai progetti di collaborazione con le istituzioni di ricerca di Tel Aviv. Complimenti. Perché non vanno a lavorare in mezzo agli arabi, così otterremo due risultati: che ce li toglieremmo dai piedi e daremmo una mano agli arabi nelle loro faccende così lavorerebbero anche loro.
Per fortuna alcuni docenti protestato per questa vergognosa decisione del senato accademico: “Non accettiamo che il nostro ateneo venga infangato – scrivono – per colpa della situazione di ricatto in cui si è trovata la maggioranza del Senato Accademico di fronte a metodi di natura squadristica utilizzati da una minoranza di facinorosi, i quali non si peritano di definire “entità sionista”, definizione cara ai neonazisti ed ai fondamentalisti islamici, lo Stato di Israele, Stato internazionalmente riconosciuto e con cui la Repubblica Italiana ha regolari rapporti diplomatici”. Tra i promotori lo storico Brunello Mantelli, primo firmatario, il semiologo Ugo Volli, professore emerito di Filosofia della Comunicazione, Dario Peirone, associato di Economia e Gestione delle imprese, Riccardo De Caria, docente di Diritto dell’Economia e Giovanni Boggero, ricercatore di Istituzioni di Diritto pubblico a Giurisprudenza. “Il boicottaggio scientifico del solo Stato di Israele – si legge ancora nella nota dei docenti contrari alla vergognosa decisione del senato accademico – fra i molti che si trovano coinvolti in conflitti armati, di cui questa decisione appare l’inizio, rientra appieno nell’ambito dell’antisemitismo, com’è definito dall’International Holocaust Remembrance Alliance, sottoscritta tra l’altro da 41 stati di cui 25 europei (inclusa l’Italia) e dagli Usa. Non partecipando al bando del MAECI – continua la nota -, gli organi dirigenti dell’Università di Torino, Rettore, Giunta, Senato Accademico, infangano la memoria di Mario Carrara, Francesco Ruffini, Lionello Venturi e Gaetano De Sanctis, che nel 1931 si rifiutarono di giurare obbedienza al regime fascista. Abbiano allora il coraggio, Rettore, Giunta e Senato accademici di far togliere la targa che ricorda, nel Palazzo del Rettorato, i quattro professori del nostro Ateneo che ebbero il coraggio di opporsi al dettato monarchico-fascista”.