Alessandria – Lunedì 4 marzo 2024 si aprirà in Alessandria un nuovo processo che vede coinvolta la Società Solvay Specialty Polymers Italy S.p.a. che vedrà alla sbarra (ancora?) Stefano Bigini e Andrea Diotto in qualità di direttori dello stabilimento aziendale di Spinetta Marengo a partire dal 2008 fino a gli ultimi mesi del 2023. Le indagini preliminari hanno riguardato gli articoli 452 quater e 452 quinquies del Codice Penale (disastro ambientale). I reati contestati sono connessi alla sentenza di condanna della Corte di Assise di Alessandria, confermata in Cassazione (dicembre 2015-dicembre 2019), per il reato di disastro colposo innominato art 449 C.P. Oggi si ipotizza l’omessa bonifica di contaminazioni pregresse e un rilascio di altri contaminanti di produzione recente (PFAS). La contaminazione (dati ARPA) riguarda il sottosuolo, le acque sotterranee, l’aria, con la persistente presenza di inquinanti a base di cloro e fluoro. La CGIL, Camera del Lavoro Provinciale, in coerenza con le posizioni assunte nei vari gradi del processo precedente nel quale ha scelto di costituirsi parte civile, ritiene doveroso comportarsi analogamente in quanto siamo certi di rappresentare una parte consistente di persone potenzialmente esposte a inquinanti antichi e recenti; che siano lavoratrici e lavoratori delle Aziende che operano all’interno del sito Solvay, Arkema, e appalti, che siano i loro familiari o pensionate e pensionati della zona della Fraschetta. Abbiamo avuto modo di ascoltare dal 2016 e poi dal 2019 i risultati degli studi epidemiologici svolti da Asl e Arpa, abbiamo chiesto più volte che si portasse a termine lo studio di correlazione tra le sostanze e le patologie in eccesso rispetto alle previsioni statistiche e che nell’attesa si producesse un protocollo di monitoraggio per la popolazione allo scopo di prevenire eventuali insorgenti patologie, non abbiamo mai avuto risposta. La CGIL si presenta parte civile perché non tollera che si possa scambiare il lavoro con la salute e quindi chiediamo che si accertino eventuali responsabilità, che si garantisca l’occupazione delle persone nell’attuale sito Syensqo (ex Solvay) e si risani il territorio contaminato. Se ci sono persone che hanno subito danni o rischiano di subirli in futuro che vengano risarciti da chi ha fatto profitti procurando danni alla salute, se lavoratrici e lavoratori rischiano nel presente e nel futuro di subire conseguenze patologiche per il loro lavoro che siano risarciti e che si aprano per loro benefici previdenziali come in passato per il tema amianto. Se il processo produrrà risarcimenti per le parti civili, come sempre abbiamo fatto non useremo un euro per le spese della nostra organizzazione saranno soldi dedicati a progetti di scienza e medicina a favore del territorio della Fraschetta e delle lavoratrici e lavoratori di Spinetta.