di Piero Evaristo Giacobone – Scusate se insisto ma mi chiamo Evaristo e devo sfogarmi perché sono stufo di assistere alle più bieche e selvagge speculazioni edilizie compiute da enti pubblici coi nostri soldi. “Le mani sulla città” è un film di Francesco Rosi del 1963 che ben può rappresentare la triste storia di queste autentiche rapine di Stato avvenute nel nostro Paese. In questi mesi, in Comune ad Alessandria è in corso una vera e propria guerra sul controllo del potere urbanistico della città. Dopo la partenza degli storici e potenti dirigenti della direzione urbanistica, con un piano regolatore generale che risale agli anni Settanta e tarato per una città di trecentomila abitanti, pericolosamente a rischio per la mancanza di un serio assetto idrogeologico e con agglomerati civili e commerciali in zone in cui non dovevano esserci, il controllo amministrativo e politico del settore è obiettivo prezioso per amministratori e dirigenti. Dietro le quinte del tanto strombazzato rimpasto di Giunta (che per ora non c’è, forse non ci sarà, o forse ci sarà già domani) ci sta esattamente uno e un solo motivo: le mani sul settore urbanistico del Comune di Alessandria per i prossimi anni. Altro che campo largo (che peraltro c’è già)! Altro che rinnovo di metà mandato o ricambio generazionale (peraltro a favore di una generazione che proprio non c’è se si escludono un paio di soldatini poco accorti e tronfi). Tutto si gioca nelle stanze chiuse di Palazzo Rosso o di associazioni professionali o di categoria. Il povero sindaco Abonante sembra uno di quei criceti obbligati a girare in perpetuo nella ruota in cui sono rinchiusi. Gli consigliamo di seguire le orme dei forzitalioti alessandrini che il ricambio l’hanno inteso a modo loro: dopo il vecchio politico, torna lo stesso di prima.
E io pago.