Virtus Verona decima con 28 punti, Alessandria ultima con 13 punti: bastassero questi dati oggi non ci sarebbe partita. E, dico io, non ci sarà neppure stavolta se, oltre i tentativi di Banchini di cambiare la deriva della squadra, i giocatori mandrogni andranno ancora una volta a giocarsela con superficialità e sufficienza come hanno fatto a Novara, come se vincere o perdere per loro sia la stessa cosa. I nostri giocatori (o molti di loro e parlo dei più rappresentativi, pagati e attesi) da luglio in poi li abbiamo sentiti soprattutto parlare, condizionare e intromettersi in cose che non spetta loro decidere, mettere il becco e commentare. Qui c’è gente pagata profumatamente per allenarsi e giocare, non per sprecare energie in pubbliche relazioni delle quali il fine è sospetto. A Novara abbiamo visto tre giocatori appena reintegrati, i più rappresentativi del gruppo tra l’altro, camminare, forse i peggiori in campo. Abbiamo il capitano più ammonito del calcio professionistico, giocatori che sono autentici oggetti misteriosi, altri ancora che, ingaggiati per giocare, si sono messi ad allenare (ci hanno risparmiato il contrario, fortunatamente) Tutti invece a cercare il cattivone di turno ma nessuno osa pretendere di più e di meglio da certi cacicchi in pantaloncini corti che fin qui hanno parlato tanto e giocato male. Alcuni calciatori hanno adottato sembianze e atteggiamenti tipici dei politici da strapazzo, sempre alla ricerca di alibi e altri possibili colpevoli. La “rivoluzione d’Ottobre” in Società ha portato una serie di alessandrini purosangue all’interno della struttura societaria con autentiche punte di diamante (vedi ad esempio Gallione in qualità di Addetto all’Arbitro). Al contrario ci sono obiettive e innegabili deficienze in un organico costruito in estate da un DS improbabile e da un presidente che, sportivamente parlando, è un analfabeta di ritorno. Il resto è sottocapitalizzato grazie ad alcuni giocatori che si presentano in campo e agli allenamenti in condizioni fisiche e mentali che possiamo eufemisticamente definire precarie. Proprio i più esperti dei nostri calciatori dovrebbero ben sapere che i punti e le partite si perdono anche quando si è fatto tutto per benino, figuriamoci quando per mesi si lavora poco e male. Qui però non si vuole prendere atto di certe verità rivelate e non so perché (o forse è meglio far finta di non saperlo). La Virtus Verona di Fresco (un personaggio curioso, un “faso tuto mi”) era partita bene, all’inizio aveva persino guadagnato la testa della classifica, poi col tempo si è assestata in una posizione intorno alla 10°posto in classifica. Oggi sarà un match nel quale per noi è obbligatorio sbaragliare un avversario non in grande spolvero o dotato di nome altisonante. I Grigi devono mordere i garretti altrui, arrivare primi sulla palla, mettere in campo tutte le energie disponibili. Poi, se gli avversari saranno più bravi, più forti o più fortunati, pazienza, ma ogni contrasto e ogni palla gli ospiti dovranno guadagnarsela, come lo sport impone e non solo ad Alessandria.
La partita – La Virtus di Fresco sarà schierata con un 3-5-2 e l’ex Manfrin con il suo mancino vellutato in panca. 3-5-2 anche per Banchini con il neo difensore centrale Cusumano all’esordio e le due punte Gazoul e Mangni mentre Mastalli va in panca pronto a subentrare a partita in corso.
Primo Tempo – Nei primi 20’ di gioco non è successo nulla, due cambi di fronte dei Grigi, Ciancio che rischia forte un giallo a metà campo (Nichetti invece se lo becca davvero) e la Virtus che sembra più reattiva mentre i Grigi, con Sepe in evidenza, più frenetici. L’Alessandria di oggi, almeno fin qui, rispetto a quella ammirata a novembre, mi pare troppo lunga sul campo e incapace di alzare il ritmo della contesa. La densità difensiva inoltre si sviluppa in una zona di campo un po’ arretrata mentre i reparti sembrano disarticolati fra loro: tornare a fare le cose per bene pare meno semplice di quello che si pensa. Alla mezzora di gioco la Virtus prende il pallino in mano e occupa stabilmente la metà campo mandrogna. Al 38’ Casarotto non chiude un’azione verticale dei suoi i quali partono palla al piede dalla loro area e con tre tocchi liberano la punta davanti a Liverani che devia la conclusione in uscita. Al 44’ miracolo di Rota che interviene su Daffara solo davanti a Liverani (a proposito, il nostro braccetto di destra nell’occasione dov’era?). Finisce qui il primo tempo. Uno 0-0 che, vista fin qua la prestazione mndrogna, è da apprezzare. Invece due palle gol quelle costruite dalla Virtus e salvate grazie ai miracoli di Liverani e Rota, il tutto senza che gli ospiti siano andati in difficoltà una sola volta in 45’ e il loro portiere, per quel che abbiamo visto sin qui, potrebbe avere le mani anchisolate. Speriamo nella ripresa, esattamente come successo a Novara quando i nostri hanno dato segni di risveglio dopo un primo tempo deficitario.
Secondo Tempo – Si apre la seconda parte con un’azione in profondità e il solito Casarotto tira ma Liverani respinge. Al 56’ Gazoul riprende un rimpallo in area, dovrebbe bruciare il portiere ospite invece gli tira addosso. Intorno all’ora di gioco i Grigi cominciano a macinare palloni: poca lucidità, si punta sui corner ma almeno siamo vicini alla porta avversaria. Al 72’ Casarotto si invola in area passando in mezzo alla difesa mandrogna che sta a guardare: lo affronta Liverani che lo stende, rigore e il bomber veneto realizza il gol del vantaggio (0-1 al 74’). A proposito: nell’azione incriminata il braccetto di destra dov’era? All’86’ la Virtus vicinissima al raddoppio e la partita qui finisce.
Conclusioni – Non abbiamo mai rischiato di vincere la partita, abbiamo invece rischiato di perderla rovinosamente. Dobbiamo pretendere molto di più da questi giocatori tenendo conto che Banchini purtroppo non è il Mago di Oz come qualcuno si illudeva ma deve avere tempo e pazienza. Il giochino gli è riuscito la prima volta adesso la situazione è cambiata.
Le Pagelle dei Grigi (3-5-2)
Liverani 6 – Intervento decisivo in uscita su Casarotto al 38’e poi altre due buone parate.
Ciancio 4,5 – Ha rischiato la centesima inutile ammonizione. Ha tentato di spingere senza successo in compenso al 44’ non era dove doveva essere e Rota ha fatto il miracolo. Anche nell’azione che ha portato al rigore per i veneti Casarotto passa in un fazzoletto di campo che spetta a lui presidiare.
Rota (nella foto) 6,5 – Gran recupero al 44’ che evita in scivolata un gol fatto. Per il resto se la cava benino nei primi 45’ benchè si innervosisca subito e cominci un duello verbale con Gomez che lo porta al giallo per frustrazione.
Cusumano 6 – Braccetto di sinistra. Due buoni interventi e una ammonizione evitata per un pelo nei primi 45’.
Gega (82’) – sv
Rossi 5 – La notizia del giorno: nel primo tempo c’era pure lui.
Foresta 5,5 – Nervoso, fatica a trovare la posizione e non sempre è lucido. Qualche tocco sapiente ma niente di più
Sepe 6 – Per lui ogni occasione è buona per operare profonde percussioni nel vivo della difesa avversaria ma stavolta non cava un ragno dal buco. Sostituito dopo un tempo
Mastalli (46’) 5,5 – Nell’occasione sprecata da Gazoul tutto ha origine da un suo tiro da fuori.
Nichetti 4,5 – A un’incollatura dall’inguardabile il suo primo tempo, arricchito poi da due tiri da fuori comodi comodi terminati su Andromeda. La ripresa sulla stessa frequenza
Pellegrini 5 – Le due fasce sembrano davvero maledette per noi e una, quella destra, la occupa lui.
Pellitteri (85’) – sv
Mangni 5,5 – Non è una punta centrale e lì oggi deve giocare, è ancora lontano da una forma fisica accettabile, teniamone conto. Esce dopo 70’.
Anatriello (72’) – sv
Gazoul 5,5 – Abbastanza vivace benchè inconcludente.