Torino – Per domani è prevista una mobilitazione di 24 ore su pensioni e carenza di personale degli “addetti ai lavori”. Medici e infermieri hanno stretto un’alleanza per cui i sindacati medici Anaao – Assomed e Cimo, insieme al sindacato Nursing Up degli infermieri scenderanno in piazza a causa dell’ipotesi che le pensioni possano essere ridotte, per denunciare gli effetti della carenza di professionisti che scappano dalla sanità pubblica per diventare gettonisti o lavorare nel privato. Solo in Piemonte mancano 5.000 infermieri, una percentuale notevole se si tiene conto che nella nostra regione sono 19.500 gli infermieri che lavorano nel sistema sanitario pubblico.
Domani l’appuntamento è fissato alle 9,30 in piazza Bengasi. Alle 10 il corteo parte diretto al Grattacielo del Lingotto. Alle 11 sono in programma gli interventi in piazza Piemonte. Parlano Sebastiano Cavalli di Cimo, Chiara Rivetti che guida l’Anaao regionale e Delli Carri per Nursing Up che si augura una grande partecipazione che coinvolga anche gli operatori socio-sanitari e tutti i lavoratori della sanità.
In tre punti le ragioni dello sciopero dei medici, chiariscono Sebastiano Cavalli di Cimo e Chiara Rivetti di Anaao:
- assunzioni di nuovi medici e personale infermieristico;
- detassazione dell’indennità per garantire un aumento degli stipendi e frenare la fuga;
- ritiro dei tagli delle pensioni e depenalizzazione dell’atto medico”.
A Torino è prevista una partecipazione molto alta, mentre oggi alle 14,30 è previsto l’incontro dell’Osservatorio sulle assunzioni, dove si annuncia un braccio di ferro. Duemila ingressi è quanto ha promesso il presidente del Piemonte Alberto Cirio. Senza contare turnover e stabilizzazioni, l’operazione prevede lo stanziamento di 175 milioni di euro (25 milioni già nel 2023, e poi 50 all’anno per il 2024, 2025 e 2026). La Regione ha fatto sapere di poter garantire le assunzioni attraverso il piano per il Fondo di sviluppo e coesione presentato al governo. Risorse che permetteranno alle aziende sanitarie di liberare fondi da investire sul personale. Alle Asl e Aso si chiede però di presentare entro la fine di questo mese un’analisi dettagliata dei progetti di internalizzazione. Si chiede un risparmio di almeno il 20 per cento della quota complessiva delle esternalizzazioni che ora valgono 136 milioni all’anno.
Foto tratta da La Repubblica