Milano – Il Teatro Franco Parenti, uno dei punti di riferimento della cultura milanese, ha avviato una serie di iniziative dedicate a Israele e al mondo ebraico. L’obiettivo è sgombrare il campo da equivoci e distorsioni. Necessità presa a cuore dal giurista Emanuele Calò, che firma sul tema lo studio “La questione ebraica nella società postmoderna: un itinerario fra storia e microstoria” (ESI – Edizioni Scientifiche Italiane).
L’opera, prefazione dell’ex presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello, si compone di 500 pagine e quasi 1400 note, affrontando argomenti come per l’appunto la cosiddetta “questione ebraica”, ma anche sionismo e antisionismo, Memoria della Shoah, gli scenari del Medio Oriente e le conseguenze per l’odio antiebraico. Ne hanno parlato insieme all’autore, giovedì 26 ottobre al Parenti, il presidente dell’Associazione Italiana Pro Israele Alessandro Litta Modignani e la presidente dello European Council of Jewish Communities Claudia Fellus, con un saluto in apertura della direttrice del teatro Andrée Ruth Shammah. Numerosi gli spunti anche dal pubblico, con l’intervento tra gli altri della storica della Shoah Liliana Picciotto e dell’imprenditore Franco Debenedetti. Uno dei temi è stato anche come dare significato alla Memoria dopo la carneficina compiuta da Hamas in Israele e in particolare l’opportunità di alcune commemorazioni legate al 27 gennaio in un momento in cui, dice Calò, “si fa fatica, da parte di alcuni che sono pronti a commuoversi per gli ebrei morti, a difendere gli ebrei vivi”. Secondo l’autore, dal 7 ottobre in poi, “da tante reazioni scomposte e segnatamente irrazionali e talvolta in continuità con una visione non più accettabile, sorge un pezzo di storia che va a integrare, non in modo glorioso, un quadro che si pensava esaurito”.