Novi Ligure – Ne azzeccassero una! Quei id Noeuve parlano, parlano, parlano ma non concludono niente. Stavolta c’è stata la conferma di ciò che noi avevamo scritto nel dicembre scorso (https://www.alessandriaoggi.info/sito/2022/12/24/il-tour-de-france-fa-tappa-in-piemonte-ma-ignora-novi-ligure-la-citta-dei-campionissimi-e-una-vergogna/) a proposito del Tour de France che transiterà in Piemonte ma non passerà da Novi Ligure, la Città dei Campionissimi. Così a quei id Noeuve non resta che esporre la bici del pizzaiolo dimenticandosi di Girardengo e Coppi (forse perché non erano dei trinariciuti?) che sono di conseguenza ignorati dagli incolpevoli organizzatori del Tour. Non altrettanto hanno fatto gli amministratori del Comune di Tortona che, pur non essendo dei fenomeni, hanno ottenuto che la corsa ciclistica più famosa del mondo passasse dalla loro città prima di Castellanìa, dove è nato Coppi.
Per la cronaca, il percorso piemontese del Tour toccherà le province di Alessandria, Asti, Cuneo e Torino, per arrivare nel capoluogo il 1° luglio e ripartire da Pinerolo il giorno successivo verso la Francia, a Valloire, percorrendo la Val Chisone. La tappa del 1° luglio, per velocisti, da Piacenza a Torino, è di 229 km ed è la più lunga in assoluto di tutta la corsa.
L’impatto sull’economia locale, partendo dall’analisi dei dati relativi alle Grandi Partenze organizzate in precedenza (certificati anche dal ministero dello Sport Francese e dagli analisti del TdF), è quantificabile con un moltiplicatore di 3 punti per ogni euro investito dalle istituzioni ospitanti e di un moltiplicatore di 9 punti se si guardano complessivamente gli investimenti messi in campo per l’evento. Questo, in Piemonte, si traduce in una ricaduta compresa tra i 5,1 milioni di euro e i 15 milioni. E per Novi Ligure, se la corsa fosse passata in città, di circa un milione. E sputaci su!
Niente, quei id Noeuve sono talmente ricchi che di quel misero milioncino di euro se ne fregano. Chi se ne importa di una carovana al seguito che conta ben 4.500 persone (1.800 di essi solo appartenenti alle squadre in gara, il resto di addetti alla logistica e giornalisti) che si sarebbero fermate, avrebbero consumato e dormito spendendo soldi. A questi si sarebbero aggiunti turisti e appassionati. Ma le ricadute non si fermano solo ai giorni della competizione: da mettere in conto ci sono anche quelle a lungo termine, figlie d’un turismo generato dalla grande visibilità internazionale che tocca tutti i luoghi abbracciati dal Tour. Nel nostro caso sarebbero stati l’Alto Monferrato, la Val Lemme con Gavi, la Val Borbera. Ma per quei id Noeuve evidentemente sono tutte belinate. A loro non frega un fico secco se ogni tappa del Tour è seguita da 12 milioni di telespettatori di 200 Paesi. Si può ricordare la ricaduta positiva nelle città che hanno ospitato le Grand Depart in precedenza: secondo il report ufficiale del Tour de France sulle tre tappe iniziali in Danimarca nel 2022 l’impatto economico complessivo è stato di 102 milioni di euro (70 milioni dal turismo interno e 32 da quello estero); nelle cinque città dove è passata la corsa, la spesa turistica è stata superiore alla media del periodo di ben 45 milioni; gli spettatori totali delle tre tappe danesi sono stati 1,7 milioni.
E così, invece di Novi, a beneficiare di tutto questo ben di dio sarà Tortona.
Ieri mattina al Palazzo dei Congressi di Parigi, in occasione del vernissage dell’intera Grande Boucle 2024, è diventato ufficiale che il prossimo anno, per la prima volta nella sua storia più che centenaria, la corsa a tappe più importante del mondo transiterà per poco più di 40 km sulle strade dell’Alessandrino. Accadrà il 1° luglio, un lunedì, nel corso della terza tappa, Piacenza-Torino di 229 chilometri. Dopo aver lasciato l’Emilia ed attraversato una fetta di Lombardia, la maglia gialla e i suoi avversari entreranno nella nostra provincia a Pontecurone e poi punteranno su Tortona. Qui i corridori affronteranno quella che gli organizzatori del Tour hanno pomposamente denominato “Cote di Tortona”, ma che in realtà è la salita che conduce al castello, quella che per tantissimi anni i migliori dilettanti italiani hanno affrontato nel finale della classica Milano-Tortona. Emblematico che quella strada sia stata recentemente ribattezzata corso Fausto e Serse Coppi. Del resto Christian Prudhomme, il direttore generale del Tour, lo aveva detto chiaro: “Prima che scada il mio mandato voglio assolutamente far partire il Tour dal Paese che ha dato al ciclismo mondiale tre campioni come Gino Bartali, Fausto Coppi e Marco Pantani, grandi protagonisti in maglia gialla”, dimenticandosi di Costante Girardengo e del fatto che Fausto Coppi era di Novi come tutta la sua famiglia, zii e cugini compresi, cioè quelli della famiglia Sterpi. Era solo nato a Castellanìa, paese a metà strada tra Movi e Tortona.
Chissà se qualche novese aveva informato di tutto ciò l’assessore Stefano Moro (nella foto) che dal suo insediamento a oggi avrebbe avuto tutto il tempo di alzare la voce per informare gli organizzatori del fatto che Novi è una capitale del ciclismo più di ogni altra città piemontese e forse italiana.