Novi Ligure – Se c’era una cosa che funzionava era il circolo ILVA (ex Italsider). È chiaro che a Novi non si può pretendere di avere il circolo del foro italico di Roma, tuttavia con una gestione corretta s’era giunti al punto di avere una struttura ben organizzata e soprattutto ben gestita e ben frequentata. Poi sono arrivati loro, sempre loro, ineluttabilmente loro, i trinariciuti che, come la gramigna, non se ne vanno mai. E dopo quattro mesi della loro “nuova” gestione targata Lorenzo Robbiano & C., con Andrea Vignoli, direttore de Il Moscone nonché consigliere comunale del Pd e Alessandro Reale del gruppo consigliare al quale appartiene quel simpaticone dell’assessore Gianfilippo Casanova, possiamo sicuramente affermare che i gestori del bar, che erano stati avvicinati dalla vecchia gestione, ora, vista l’aria che tira, sono scomparsi. Lo stesso hanno fatto i gestori del laghetto per la pesca alle trote, con annesso ristorantino sulla strada per Rivalta, che era stato messo a nuovo e inaugurato non più di un anno anno fa. Quest’estate i nostri “trina” si sono prodigati in serate di karaoke, “liscio per noantri e luganega” in perfetta versione “Festival de l’Unità”. Il tutto in un “circolo sportivo” dove però, alla salamella-luganega (nella foto a sinistra il compagno Robbiano accanto alla tavolata campagnola, si aggiungono docce senz’acqua calda (ma intanto i compagni non si lavano) per coloro che giocano a calcetto, padel e tennis e… luci spente se decidi di giocare la sera. Tutto ciò mentre chi va a giocare paga, e anche profumatamente. E poi che tristezza vedere quella sbarra sempre tirata su perché non c’è più nessuno che controlli gli accessi a questo glorioso circolo cittadino che, nel suo campo, ha visto cimentarsi anche la squadra della Novese, mentre generazioni di novesi hanno imparato a giocare a tennis. Ma è un gioco della borghesia e non va bene, meglio chiudere. Intanto chi paga sono sempre gli altri, che pagano anche il badge elettronico che consentirebbe l’accesso al circolo, come è giusto che sia, mentre oggi i compagni consentono l’ingresso anche a chi non paga, in nome di una gestione proletaria e quindi fallimentare. Questi qua falliscono sempre coi soldi degli altri, non fanno come gli imprenditori che rispondono sempre di persona e, quando non ce la fanno più, falliscono coi propri soldi. Ma gli imprenditori sono liberali, mentre quelli che falliscono coi soldi degli altri sono compagni. Certamente per il compagno Lorenzo Robbiano potere affossare il Circolo Ilva è un’inconscia quanto agognata vendetta per il fatto che era stato fondato dal Fascismo nel 1938 e ha sempre funzionato benissimo prima che arrivasse lui coi suoi. E ancora una volta i trinariciuti (i trina) falliranno coi soldi degli altri. Avanti o popolo!