Alessandria – La pittrice dei Papi, Dina Bellotti era un’alessandrina. Bernardina Bianca Belotti, per tutti Dina, nasce ad Alessandria il 2 ottobre 1912 da Carlo Alberto e Adelaide Barberis. Il padre ha un laboratorio per la costruzione di pianoforti. Sin da bambina dimostra grande predisposizione per il disegno e in materia riceve i primi insegnamenti frequentando lo studio di Alberto Caffassi e poi di Arturo Mensi, direttore della Civica pinacoteca alessandrina. Nel 1930, convinti i genitori del proprio naturale talento, si iscrive all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino all’epoca presieduta da Mario Ceradini ed è subito ammessa al corso superiore di pittura che segue con Cesare Ferro. A Torino conosce l’opera di Alberto Savinio e di Giorgio De Chirico. Nel 1934 ottiene il diploma all’età di ventidue anni e apre il suo primo studio in via Bava 9. Nello studio di Marcello Boglione approfondisce la tecnica dell’incisione e ottiene il “Premio della Regina” per l’acquaforte, e la somma di cinquemila lire per l’acquisto dell’incisione Per il passaggio del Piave dal direttorio nazionale dell’Associazione combattenti. Un’altra opera incisa Torino, Piazza Emanuele Filiberto, esposta alla XXI Biennale Internazione d’Arte di Venezia e acquistata dal Re, oggi è conservata nella Quadreria del Quirinale. Nel giugno del 1939 con la famiglia, lascia Alessandria e si trasferisce a Sestri Levante dove rimane sino al 1960 quando si trasferisce a Roma, dopo aver sposato il giornalista torinese Angelo Nizza (1905-1961) inviato speciale del quotidiano “La Stampa” alla redazione romana. A partire dagli Anni Settanta espone a Palazzo Braschi, mentre al Museo del Cinema di Torino sono esposti in permanenza suoi ritratti di attori del teatro e del cinema italiano. È premiata alla Biennale d’Arte Sacra dell’Angelicum a Milano. Si aggiudica anche il primo premio fuori concorso alla mostra di via Frattina a Roma cui partecipa con undici ritratti di attori e di attrici del cinema. La vicinanza della sua nuova abitazione alla Città del Vaticano la porta a frequentare l’ambiente ecclesiastico, fortificando il suo profondo spirito religioso. Esegue il ritratto di Giovanni XXIII, ma è Paolo VI salito al soglio pontificio nel 1963, che, riconoscendone le doti artistiche, le affida il ruolo ufficiale di “ritrattista dei pontefici”.