Alessandria – Come vuole l’Antitrust il Comune di Alessandria cederà una parte delle quote di Amag Ambiente a un’altra società, per scongiurare l’affidamento in house senza gara d’appalto, del servizio di raccolta rifiuti per Alessandria e altri paesi del circondario. La decisione è di ieri ed è stata presa all’unanimità (non c’era altro da fare) dall’assemblea dei sindaci dei 30 Comuni che fanno parte del Consorzio. Si tratta d’una gara per cui chi se la aggiudica avrà in appalto ventennale il servizio di raccolta rifiuti con l’acquisto d’una quota di azioni di Amag superiore al 30% (attualmente il Comune di Alessandria detiene l’80%).
Il disastro Amag
Ma cos’è successo veramente? Ieri l’Assemblea del Consorzio per la raccolta e il trasporto dei rifiuti solidi urbani dell’alessandrino ha deliberato un atto d’indirizzo (sia chiaro: un atto d’indirizzo) per il proprio organo amministrativo conseguenza delle censure sollevate dall’Antitrust nazionale in ordine agli affidamenti diretti (senza gara) a Società in mano pubblica. Nella fattispecie Amag Ambiente per i rifiuti del nostro Comune, ma vale anche per tutti i rifiuti dei Comuni afferenti al Consorzio (Gestori: Amag Ambiente e Amv Valenza). La soluzione c’era e teneva conto del fatto che la pura gara del solo contratto di servizio rende Amag Ambiente in balia di concorrenti molto più efficienti ed efficaci, mentre la cessione separata delle quote, alla luce della situazione di bilancio della Società, comporta una valutazione minimale della partecipazione. È chiaro che il Consorzio ha l’obbligo di vendere la propria partecipazione azionaria (20%).
In tutta questa intricata vicenda le censure dell’antitrust confermano che la gara della smart city era illegittima fin dall’inizio perché non aveva nessuna delega da parte del Consorzio per appaltare il contratto di servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti solidi urbani di Alessandria. Ma il Consorzio è responsabile di tale situazione in quanto Amag aveva formalmente segnalato l’avvio della gara “smart city”.
Inoltre, Amag Ambiente, non avendo nessun contratto giuridico in mano, non può ricorrere ad anticipazioni bancarie sul risconto delle fatture. Ha fatto investimenti a favore dei piccoli Comuni per la raccolta porta a porta con mutuo a carico in quota parte anche del Comune di Alessandria che non ne ha benefici.
Le solite balle
Il Presidente di Amag Ambiente continua a sostenere che l’Azienda può continuare, ma l’unica verità è che le perdite di bilancio non sono solo economiche, ma anche finanziare: in soldoni, la cassa continua a scendere e non si sa fino a quando si potranno pagare i fornitori che, prima o poi, potranno chiedere l’insolvenza se non interviene un privato a immettere liquidità fresca non a debito.
Intanto la TARI continua ad aumentare per il lievitare dei costi di Amag Ambiente e per le enormi quantità di rifiuti indifferenziati conferiti ad Aral per lo smaltimento. Alessandria, con Valenza, è una delle peggiori città nella classifica nazionale sulla differenziata, e ha già subito sanzioni dalla Regione Piemonte. Inoltre il personale è anziano (media 50 anni) mentre il servizio porta a porta e la raccolta tradizionale sono lavori usuranti. Inoltre le politiche del Gruppo Amag hanno portato ad avere un esubero in Amag Ambiente di circa 40 unità di personale.