Pavia – S’è concluso ieri il processo intentato a tre dirigenti Eni per l’incendio avvenuto alla raffineria di Sannazzaro dei Burgundi il 1° dicembre del 2016. Due condanne con sospensione condizionale della pena e un’assoluzione. Alla sbarra tre dirigenti ai quali era contestato il reato di incendio colposo: secondo le accuse, ognuno per condotte indipendenti per negligenza, imperizia e imprudenza avrebbe contribuito al verificarsi dell’evento. Assolto Antonello Micaglio, già dirigente dei sistemi tecnici. Condannati a due e a un anno di reclusione Paolo Chiantella, all’epoca dei fatti responsabile dell’impianto di Sannazzaro, e Giuseppe Nozzetti, già vice responsabile. Per entrambi la pena è stata sospesa.
L’incendio era divampato in un’unità dell’impianto Eni Est (Eni slurry technology) nel complesso della raffineria della Bassa Lomellina, dove i residui pesanti del processo di raffinazione del petrolio venivano trasformati in sostanze più leggere.
Erano circa le 16 del primo dicembre di sette anni fa quando, a causa di un guasto, si sprigionarono le fiamme in cui, fortunatamente, nessuno rimase ferito.
Un secondo incendio alla raffineria si era verificato nel febbraio 2017, mentre nel settembre 2019 c’è stata un’esplosione senza fuoco per cui la deflagrazione aveva mandato in frantumi i vetri di una vicina attività commerciale.