Novi Ligure – Solo stamane quelli di Acos sono intervenuti per ovviare alla perdita d’acqua dalle tubature dell’acquedotto (ma va?) che ha allagato Via Nino Bixio. Ieri sera verso le otto alcuni residenti hanno dato l’allarme ma Acos non è intervenuta subito. Quella di Acos è ormai una situazione insostenibile – se non scandalosa – in quanto, con la bellezza di ben 400 dipendenti, non riesce a fornire neppure il servizio essenziale di fornitura dell’acqua potabile alla popolazione a causa della totale assenza di manutenzione dell’acquedotto. Oltre tutto, dopo la sospensione del servizio di metà agosto per assenza di cloro nell’acqua, la situazione non migliora sul fronte dell’erogazione con perdite che si aggirano intorno al 50% dell’acqua pompata. Un disastro per un’azienda che costa, solo di stipendi, qualcosa come 25 milioni di euro all’anno. Uno spreco insopportabile per i molti novesi che invece tirano la cinghia e non beneficiano di un servizio pubblico paragonabile ai costi.
“Io pagherei volentieri le bollette dell’acqua – ci ha detto al telefono una nostra anziana lettrice, nonché pensionata, di Novi – ma tirare fuori tutti quei soldi per bere acqua sporca e vedere le strade allagate fa arrabbiare”. Nonostante tutto ciò i rampolli di alcuni funzionari di Acos continuano a sollazzarsi in feste organizzate nello chalet di Acos che, invece, dovrebbe essere messo a disposizione di chi è addetto alla manutenzione dell’acquedotto. Così, invece di far lavorare la gente che dipende da lui, il romano Mauro D’Ascenzi (nella foto in alto) immigrato 50 anni fa a Novi paracadutato dal Pci, tornato prepotentemente in sella al vertice sella società, organizza feste “romane” allo chalet. E mentre Novi va a bagno il direttore di gestione acqua Vittorio Risso (foto a sinistra), nuovo AD di Acos, rallenta il servizio assistenza.