Roma – In Germania il Pil non cresce e c’è la stagnazione dell’economia. La produzione nel settore manifatturiero a luglio è diminuita dell’1,5% rispetto al mese precedente, il prezzo dell’elettricità per le aziende energivore è il triplo rispetto alla Francia e il numero dei fallimenti è salito del 23,8% rispetto a giugno, mentre crescono le imprese che investono all’estero. Venerdì i maggiori sindacati dei metalmeccanici, Ig Metall e IG Bce del settore minerario, energetico e chimico hanno lanciato l’allarme in un incontro con il cancelliere Olaf Scholz: se non viene sovvenzionato subito il prezzo dell’elettricità per le aziende ad alto consumo con l’intervento dello Stato si rischia un “esodo” delle imprese del settore. La crisi tedesca allarma l’Italia in quanto la Germania è il primo mercato di destinazione dell’export italiano, con una quota di mercato del 12,4%. Ma è anche il suo primo fornitore, con una quota del 13,9%. L’interscambio commerciale tra Italia e Germania è stato nel 2022 di 168,5 miliardi – secondo i dati delle Camere di commercio all’estero – cioè un +18,2%. E il trend è in crescita. Nei primi 4 mesi del 2023 l’export italiano è ancora aumentato. Chissà quali saranno gli sviluppi della situazione nei prossimi mesi.