La Spezia (da Genova 24) – Con 30 minori su 49 profughi a bordo la Geo Barents, la nave di ricerca e soccorso di Medici Senza Frontiere diretta ha attraccato questa mattina alle 8.32 a La Spezia dopo aver effettuato nei giorni scorsi il salvataggio dei migranti nella zona Sar maltese.
I 49 migranti sono stati salvati lunedì sera: due di loro sono stati recuperati in mare, una terza persona risulta dispersa. I 30 minori hanno tra i 14 e i 17 anni. A bordo ci sono una donna e una ragazzina. I naufraghi, che erano partiti dalla Tunisia ed erano rimasti 6 giorni in mare, provengono dall’Africa Subsahariana. In particolare da Gambia, Senegal e Guinea.
Preoccupazione per la salvaguardia di minori è stata espressa in queste ore da Doriano Saracino, Garante dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale di Regione Liguria: “Già in precedenza è successo che la Geo Barents approdasse nel porto ligure con un carico di migranti soccorsi in mare, e lo scorso maggio il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive ha seguito le operazioni di identificazione, assistenza, supporto medico e informativo dei migranti, i quali in quel momento particolare si trovano in una situazione di oggettiva limitazione della libertà personale, ancorché soccorsi”.
“L’assegnazione al porto della Spezia – nell’opinione del Garante – può avere significato se corrisponde ad una necessità di utilizzo razionale delle risorse del sistema di accoglienza, ma se i migranti sbarcati, ed in particolare i minori, vengono assegnati a località lontane dal porto di sbarco, allora se ne perde il senso”.
“Ricordo che 27 minori non accompagnati sbarcati alla Spezia a gennaio – afferma il Garante – furono poi trasferiti con un viaggio in pullman di 750 chilometri nel foggiano, e di questi 11 sono presto scomparsi. Anche lo sbarco di maggio ha visto molti minori trasferiti al di fuori della Liguria. Ora arrivano 30 minori, un numero limitato, ma con un grande carico di sofferenza: una rapida presa in carico ed un pronto inserimento in comunità, senza obbligarli a nuovi inutili viaggi, è fondamentale per evitare che le loro vite alimentino il numero dei minori dispersi ed irreperibili”.