Torino – Continua a piovere e le strade sono diventate fiumi in buona parte del Piemonte mentre, finalmente, fra tante sciocchezze sul clima, una cosa sensata è stata detta. La nota di Coldiretti di Torino è inequivocabile: “Se ci fossero stati gli invasi che il mondo agricolo chiede da tempo, le abbondanti piogge cadute il 30 aprile e il 1° maggio, avrebbero soddisfatto il fabbisogno per la prossima estate. Infatti se avessimo potuto trattenere anche solo una piccola parte dell’acqua dilavata via nei fiumi avremmo messo al sicuro le coltivazioni fino al completamento delle maturazioni”. A pronunciare questa frase sensata e giusta è addirittura il presidente Bruno Mecca Cici (nella foto) che mette il bavaglio ai soliti climatologi ignoranti e catastrofisti. Alla faccia della siccità in due giorni sono caduti fino a 120 mm di acqua nelle fasce pedemontane e di alta pianura tra Canavese e Pinerolese. “La pioggia abbondante ha scongiurato la catastrofe nei campi proprio nel momento in cui si sono appena completate le semine primaverili e mentre il foraggio sta crescendo nei prati, ma se l’acqua, assorbita dal terreno, favorirà la prima crescita delle piantine il fabbisogno irriguo annuale non è certo soddisfatto con solo due giornate di innaffiata – fa notare la Coldiretti torinese -. Quello che invece sarebbe sufficiente per tutto l’anno è il volume di acqua che, se fosse presente una rete di infrastrutture di trattenuta e accumulo, costituirebbe una preziosa scorta per salvare i raccolti in caso di siccità”. E si torna a chiedere alla Regione un piano per i piccoli invasi che, se ci fossero stati, avrebbero consentito di accumulare circa 15 milioni di metri cubi d’acqua, pari a circa la metà della capacità della diga idroelettrica di Ceresole Reale. Il riscaldamento climatico non c’entra un tubo e certi climatologi invece che in Tv dovrebbero andare in galera.