Venerdì 17 Marzo scorso alle ore 17,23 (data, giorno e orario proibiti per i superstiziosi) è stata pubblicata da un media locale un’intervista a tal Maurizio Laudicino che pare essere il nuovo guru nazionale dell’azionariato popolare e delle proprietà miste delle società di calcio professionistiche. Nella ponderosa intervista fatta da un noto giornalista (che sarebbe a un passo dalla meritata pensione ma addetto in pectore alla comunicazione della nuova Alessandria che forse verrà) a Maurizio Laudicino, ormai parte integrante del progetto “IdeAle Grigio” il guru ci rende edotti sul fatto che sono 4 le gambe sulle quali deve poggiare la rinascita della Società Grigia:
- la prima gamba sono i tifosi, con tanto di rappresentante nel Consiglio d’Amministrazione: un’autentica novità che nessuno ci aveva mai rivelato;
- la gamba numero 2 sarebbe un ipotetico consorzio fra aziende e singoli soggetti con una quota minima di adesione;
- la terza gamba (gamba, si badi, non occhio) sono gli sponsor;
- e, finalmente, si arriva agli azionisti classici, così il quadrupede può galoppare nelle savane del calcio professionistico a briglie sciolte con un presente gratificante e un futuro assicurato.
Peccato però che lo statuto-tipo di una società di calcio professionistica non preveda queste articolazioni, e nessuno lo dice. Ma quello è un limite facilmente ovviabile non appena sarà promulgata una legge ad hoc forse arriveranno in tempo a vederla i nostri nipoti. Ma il nostro futuro quadrupede, Laudicino dixit, ha una necessità imminente, quella cioè di salvare la categoria “anche attraverso i playout”. Perdoni il Rag. Frascarolo, Presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti, la schiatta dei Gastini, il futuro Responsabile della Comunicazione di una società che ancora non c’è, ma, al netto dalla solita spocchia mandrogna, per abbeverarsi a cotanta scienza ed esperienza avevamo proprio bisogno di un “esperto e autore di tomi” nato a Spezia e toscano d’adozione (e se avesse pure un antenato casalese sarebbe il massimo) Più semplicemente se c‘è qualcuno che vuole acquisire in toto o in parte la Società di Di Masi deve esplicitare una manifestazione d’interesse, presso un notaio deposita una cifra importante vincolata a un patto di riservatezza al fine di poter consultare i libri contabili. Verificate le cifre il possibile acquirente propone una offerta d’acquisto e, se Di Masi la giudica congrua, l’affare va in porto. In Italia infatti la proprietà non è ancora un furto e quella sorta di “esproprio proletario” basato su congetture ed illazioni relative a conti disastrosi della Società non è ancora prevista. Se poi vogliamo dire che l’Alessandria calcio è in stato comatoso, vicende sportive e gestionali a parte che certamente non aiutano, siamo padroni di crederlo ma non necessariamente deve essere così. Sapete quante Società di calcio professionistiche passano di mano ogni anno? Almeno una ventina su 100 e tutte seguendo il percorso su citato. Sarà un caso ma se il Sindaco Abonante conferma pubblicamente che Di Masi è intenzionato a garantire la sopravvivenza della Società crediamo al nostro Primo Cittadino, anche perché, in caso di crisi societaria irreversibile, sarebbe proprio lui a doversi smazzare la pratica e non certo tal Laudicino che, tra l’altro, si è premurato di farci sapere che la sua disponibilità a offrire i suoi servigi è a titolo gratuito.
Excusatio non petita, accusatio manifesta.