Il momento giusto sarebbe stato in occasione della ricorrenza di Ognissanti nel novembre scorso, ma s’è temporeggiato fino a oggi, S. Valentino. Finalmente Rebuffi non è più il mister dei Grigi. Che a tal Fabio, al quale si poteva dare il beneficio del dubbio vista la sua inesperienza da allenatore, si potesse dare una chance nel luglio scorso ci poteva anche stare. Ma, com’è successo qui per altri mister e DS, gli errori non sono solo le scelte iniziali della Società, quanto invece la pervicacia nell’insistere su profili sbagliati. Mi spiego meglio: se un dirigente non riconosce una squadra che gioca a calcio da una che, giusto, ci prova come fa a giudicare il lavoro d’un allenatore? Il motivo quindi starebbe nell’incapacità di chi decide. Rebuffi è l’unità di misura tipica. Dopo due mesi e mezzo di lavoro l’ex mister mandava in campo squadre che non avevano un’idea di calcio, non giocavano in maniera elementare e neppure scolastica. Ci siamo beccati, quindi, per un girone e mezzo 11 giocatori in campo allo sbando, che non avevano né un’idea né un obiettivo tecnico tattico. In tanti pensavano che il problema di fondo fosse la povertà tecnica dei singoli. In realtà, almeno a chi mette in moto il cervello, non dovrebbe sfuggire un dato banale: per quanto tecnicamente scarso, un calciatore, il quale ha acquisito meccanicamente certi movimenti senza palla, dal punto di vista tattico vale Messi o qualunque altro. Le differenze fra l’uno e gli altri vengono fuori quando arriva il possesso palla quando la caratura è diversa, e l’allenatore non ha i mezzi per intervenire.
Quanto invece ai movimenti, alle posizioni e agli atteggiamenti ogni calciatore, se è stato allenato bene, fa le cose che si devono fare. Di esempi, per quel che riguarda i Grigi attuali, possiamo farne a decine. Se ci avete fatto caso ogni giocatore grigio appena in possesso palla opera il classico “controllo orientato” (il primo tocco è lo stop a seguire per poi indirizzare la palla nella direzione voluta). Nel caso, il primo controllo dei nostri giocatori orienta la palla sempre, o verso la propria porta, o su un lato in orizzontale. Ovvio che l’azione inizia sempre con un retropassaggio oppure un appoggio laterale. Per portare la palla nel cuore del gioco ai Grigi non rimane che il lancio lungo, o del portiere, o del difensore centrale. Così facendo i nostri non possono costruire l’azione palla a terra attraverso triangoli o smarcamenti. A quel punto a che servono giocatori euclidei come Guidetti, se la palla viaggia sempre tre metri sopra la testa? Questo spiega anche perché il 90% dei nostri gol sono stati realizzati grazie a evoluzioni su calci da fermo.
In tanti mesi di gestione tecnica Rebuffi s’è notato un tentativo di migliorare la manovra? No.
Anche domenica scorsa il nostro momento migliore è coinciso con la discesa in campo di Lamesta, abile nell’uno contro uno (non nell’uno-due), un cross dalla tre quarti centrale che Cori ha letto da campione e Galeandro ha ribadito in gol, e due calci d’angolo battuti da un bel mancino quale Sini.
Capire ora cosa sia successo nel dopo partita per arrivare all’esonero di Rebuffi è difficile. Una cosa è certa: se Cerri non è stato coinvolto nella scelta del mister è difficile che abbia avuto voce in capitolo sull’ esonero, e non sono neppure serviti gli elzeviri di Cichinisio. L’importante è che chi, a luglio, aveva avuto la “Pensata-Rebuffi” adesso non metta il naso (o la lingua) sul nuovo mister.
Sperùma ben!