Apprendiamo dai giornali e media locali della volontà di costruire un nuovo ospedale in Alessandria, magari in seguito ci diranno con quali maestranze visto lo smantellamento della Sanità Pubblica in termini di medici, infermieri, che già nell’attuale ospedale e pronto soccorso si creano disagi non indifferenti.
Dalla Regione c’è l’ok ma il sindaco di Alessandria afferma che la zona dove dovrebbe sorgere la nuova struttura ospedaliera è situata in zona a rischio esondazione.
Ricordiamo che il 5 e 6 novembre 1994 collassò anche l’attuale ospedale così come l’attuale centro riabilitazione “Borsalino” e tutta la zona residenziale denominata “Orti”.
Se dal 94 ad oggi si parla ancora di zone a rischio esondazione significa che il pericolo ancora sussiste e sta nella messa in sicurezza del territorio da future esondazioni e che poco è stato fatto dalle amministrazioni che si sono susseguite alla guida della città.
Ci riferiamo alle aree golenali, alla pulizia dell’alveo e delle sponde del fiume Tanaro ma anche del Bormida, della cementificazione delle sponde che, oltre a non aver previsto rampe di accesso al fiume per i mezzi di soccorso (VVF), già denunciato anni prima del 94 da questa OS, altro non fa che velocizzare la violenza dell’acqua per scaricarla a valle con ulteriori conseguenze per altri comuni.
Per quanto sopra detto, se la zona è esondabile, l’ipotesi della nuova struttura può aspettare e deve essere scartata.
Piuttosto che investire nell’economia di guerra si pensi ad investire risorse prioritariamente per i pronto soccorso, visite specialistiche, medici di esperienza, valorizzazione di quanto esistente nei territori, ad esempio agli ospedali dei centri zona o anche di centri minori da rilanciare come strutture di prossimità evitando agli utenti, che pagano le tasse per un SSN, esodi biblici in altre città.
Rimaniamo in attesa che la ragione prevalga sull’interesse economico e di partito per far si non di ritrovarci l’ennesima cattedrale nel deserto.