Torino (Giulia Giraudo) – È in corso una manifestazione davanti alla Prefettura per rimarcare che mentre l’inflazione sale, il prodotto agricolo è pagato sempre di meno. Si incassano 35 centesimi per quello che si vende a 3 euro. Anche sulla frutta i conti non tornano. E non possono tornare. Secondo i calcoli di Coldiretti Piemonte produrre un chilo di mele costa tra i 40 e i 42 centesimi. All’agricoltore ne vengono riconosciuti 35. Una volta raccolte, le mele sono conservate nelle celle frigorifere dei magazzinieri – e anche il prezzo comincia a salire – in attesa di finire alla grande distribuzione, dove si trovano tra un 1,8 euro fino a 3 per le varietà più care. Il conto è presto fatto: rispetto al costo iniziale, durante la filiera, il prezzo delle mele è più che triplicato, ma a guadagnare sono solo gli intermediari e la grande distribuzione. “Un agricoltore deve vendere 4 chili di mele per comprare un caffé” sostengono i produttori che oggi si danno appuntamento a Torino, in piazza Castello, di fronte alla Prefettura per un blitz con tanto di frutta e banchetti per attirare l’attenzione sullo stato di salute della frutticultura piemontese con l’inflazione che spinge i prezzi al dettaglio con aumenti anche del 6,5% e i prezzi riconosciuti agli agricoltori che invece tirano al ribasso.