Secondo me pubblicare indiscrezioni che riguardano le sorti dei Grigi ha un senso. Attività che, se la si vuole fare coscienziosamente, è tutt’altro che semplice perché porta via tanto tempo e, se non si hanno le intuizioni giuste, si creano centinaia di contatti per ritrovarsi alla fine con un pugno di mosche in mano. Certo, leggere quello che emerge dagli interventi di certi tifosi sui social la sera precedente mi fa sorridere, ma così funziona in questa città. Per me invece è più importante scrivere di calcio – e dei Grigi in particolare – e così farò oggi.
Due aspetti mi hanno colpito domenica scorsa, uno prima e l’altro durante la sfida col Siena, e mi sono un po’ meravigliato che nessuno li abbia sottolineati.
Primo: ha destato sorpresa la notizia che il presidente Di Masi abbia parlato col suo mister e, visto che ormai Rebuffi in questa città è considerato come l’Oracolo di Delfo, nessuno ha messo in dubbio l’episodio. Si capisce pure che certi tifosi, obnubilati dalla furia cieca e iconoclasta nei confronti di Di Masi, non abbiano la lucidità per valutare le notizie per quello che sono. Scusate ma dove sarebbe la notizia quando si dice che un presidente (che gode tuttora di pieni poteri) faccia una telefonata all’allenatore della squadra che, tra l’altro, ha scelto lui e lo paga lui? Se Di Masi avesse comunicato col suo mister solo in quella circostanza, questa sì che sarebbe una notizia.
Secondo: durante il primo tempo contro il Siena m’è venuta una folgorazione in quanto cominciando a conoscere le caratteristiche tecniche dei nostri giocatori in rosa ho preso atto che questo collettivo, dal punto di vista della varietà e della completezza, è stato immaginato e costruito bene, al punto che siamo convinti che nessuna rosa dell’era Di Masi sia stata costruita meglio. Considerato poi le difficoltà logistiche, temporali e i limiti finanziari per il DS pensiamo che il mercato estivo sia stato un piccolo prodigio di sapienza e conoscenza calcistica per i giocatori che sono arrivati.
Per agire anche sulla qualità degli acquisti, sul mercato ci vogliono tanti soldi e stavolta non ce n’erano più. Nel passato “dimasiano” abbiamo visto squadroni che costavano come una portaerei. Messi in campo però ci si accorgeva che mancava sempre qualche giocatore con determinate caratteristiche ma pullulavano i doppioni. Ricordiamo, ad esempio, la squadra di D’Angelo che non aveva in rosa una mezzala destra (giocatore tutt’altro che difficile da reperire) al punto che il mister aveva adattato una mezza punta mancina (Taddei) in quella posizione.
Proverbiale poi l’assenza, durata tre stagioni consecutive (quindi sei sessioni di mercato con 92 giocatori ingaggiati) compresa quella della promozione in B, d’un difensore centrale mancino decente unito all’assenza in organico d’un elemento specializzato nel calciare punizioni dal limite o calci d’angolo, sia da destra che da sinistra.
Chi ha costruito quegli organici andrebbe rispedito a Coverciano per fare un corso di aggiornamento. Con Cerri invece questo non è successo. E parliamo d’un professionista di lungo corso che qui ha occupato ruoli diversi, ha fatto bene dovunque fosse utilizzato e lo hanno fatto fuori senza tanti complimenti.
Dico questo nonostante che non conosca il DS di persona e non ho mai parlato con lui. In questa piazza però i giudizi si formano soppesando gli amici e gli amici degli amici. Secondo me qui non c’è cultura sportiva e si valuta la professionalità altrui senza criteri oggettivi ma seguendo simpatie e luoghi comuni. Adesso, o si comincia a valutare i professionisti per quello che fanno, e non solo per quel che fanno credere, o i Lamanna che navigano in questo strano mondo saranno sempre in agguato.
Una prova: quando Bob Lamanna operava ad Alessandria avete mai sentito un coretto della Nord contro di lui? Io no e oltre vent’anni orsono ci sentivo benissimo. La vera essenza del personaggio l’ho colta dopo il suo passaggio in riva al Tanaro, grazie a quello che ha combinato a Cuneo, Carpi, Livorno, Savona. E qui c’è chi pensa di essere un furbacchione?
Fate voi.