Roma, 14 novembre 2022 – C’erano pochi dubbi sulla volontà di indottrinamento della comunità LGBTQIA+, ma l’ennesima conferma è arrivata con l’elezione della nuova presidente di Arcigay, Natascia Maesi, che ha dichiarato di voler fare tutto il necessario per adottare la Carriera Alias sui posti di lavoro, a scuola e nella pubblica amministrazione, di voler stravolgere la normativa sulla filiazione a favore delle coppie omosessuali e di voler modificare la Legge 164 sul cambio di sesso eliminando l’obbligo di verificare la condizione clinica di disforia di genere. Si getterebbero bambini e adolescenti in pasto all’ideologia gender e al concetto antiscientifico di una fluidità sessuale autodichiarata, con conseguenze drammatiche e spesso irreversibili, come purtroppo testimoniano le storie di tantissimi detransitioner. La Carriera Alias, lo ricordiamo alla Maesi, è priva di qualsiasi base giuridica e contraria a numerose norme civili, amministrative e penali (tra cui l’art. 6 del Codice Civile; l’art. 97 della Costituzione; l’art. 494 del Codice Penale). La scuola, infatti, non ha alcun potere di alterare i dati anagrafici dei minori nei documenti e negli atti interni sulla base di autodichiarazioni o di percorsi terapeutici che non hanno portato a diagnosi definitive e alla sentenza di riattribuzione del sesso come previsto dalla legge italiana in materia, dunque affermare di voler anche togliere i percorsi psicologici è di una gravità inaudita. Come se non bastasse, per quanto riguarda i bambini, la Maesi ha affermato che in caso di coppie arcobaleno dovrebbero essere dichiarati “figli al momento della nascita”. La Maesi si riferisce forse al momento del parto di una donna schiavizzata e ridotta a madre surrogata con l’aberrante pratica dell’utero in affitto? O ancora alla nascita di un bambino che avrà “due mamme” e che dunque vedrà scomparire per sempre il padre biologico, come se non esistesse?
Faremo barricate contro questi progetti distruttivi della società.
Jacopo Coghe
portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus.