Alla cortese attenzione del Direttore di Alessandria Oggi.
Nelle scorse settimane il caso della dottoressa sospesa dall’Ordine dei Medici ma inserita nei turni dei Pronto Soccorso degli ospedali dell’Asl Alessandria ha portato alla luce la tendenza piemontese ad appaltare servizi tanto delicati come quelli dei Pronto Soccorso, oltre ad altri reparti ospedalieri, a cooperative che assumono “a gettone” medici e personale sanitario.
Fabio De Iaco (nella foto), primario di Pronto Soccorso a Torino, presidente nazionale nazionale di Simeu, la Società italiana di medicina di emergenza e urgenza, in un’ampia intervista riportata da Lo Spiffero esprime perfettamente la situazione critica in cui versa la sanità piemontese.
“Ormai siamo di fronte a una delega totale del servizio sanitario nazionale a delle aziende di intermediazione di manodopera, che stabiliscono loro gli standard, in non pochi casi provvedono alla formazione in autonomia guadagnandoci e alla fine fanno lavorare i medici, reclutati ormai in chat o su canali come Telegram”.
Medici a cui mettiamo letteralmente in mano le nostre vite quando entriamo in Pronto Soccorso o in ospedale formati da cooperative per risparmiare e reclutati via chat o telegram …
De Iaco ricorda che il primario è il primo responsabile del buon andamento del proprio reparto; ““Il primario è il responsabile del buon andamento del suo reparto e ha anche il compito di dare degli indirizzi specifici dal punto di vista gestionale, clinico, organizzativo. Ormai il lavoro in pronto soccorso è un lavoro complesso. Prendiamo il caso di un ictus, dove è spesso necessario un rapidissimo ricorso a un centro di secondo livello, come sono nel caso di Torino il San Giovanni Bosco e le Molinette. Come fa un medico arrivato all’ultimo minuto per fare il turno, magari di notte, a conoscere queste procedure, i contatti necessari. Ecco, se capita qualcosa, il responsabile è il primario, che spesso quel medico di turno neppure conosce o magari non è riuscito a farlo cambiare dal turno”.
E ci sono disparità di competenze tra medici interni e quelli reclutati dalle coop appaltanti, “Gli interni debbono avere la specializzazione, con le coop arriva la qualunque e non c’è nessun controllo, come denunciamo da tempo”.
E poi il presidente di Simeu evidenzia una stortura poco nota ai non addetti ai lavori; l’affidamento a cooperative dei servizi di personale medico di interi Pronto Soccorso o reparti da parte delle Asl permette di ovviare il tetto fissato al 2014 alle spese per il personale, dal momento che i soldi versati dalle Asl alle cooperative vengono imputati, a bilancio, alla voce servizi come, ad esempio, lavanderie o mense ospedaliere.
E tra “magie contabili” e cooperative che inseriscono personale medico non sempre specializzato e ben formato la salute, e spesso la vita, dei cittadini piemontesi viene messa nelle mani a personale reclutato in chat o su telegram.
Gigi Cabrino