Alessandria – Oggi davanti al gip di Alessandria, si terrà l’udienza di convalida del fermo di Luca Orlandi, 24 anni, l’agricoltore di Sale che ha confessato di aver ucciso l’ex insegnante di inglese Norma Megardi, 75 anni, in seguito a un litigio nella notte fra venerdì e sabato. I reati contestati sono quelli di omicidio volontario, incendio e distruzione di cadavere. Sabato sono stati interrogati anche i genitori del ragazzo, Ivana Ferrari e Pietro Orlandi. La confessione di Orlandi è arrivata dopo quattro giorni di indagini serrate dei carabinieri della Compagnia di Tortona e del Nucleo investigativo del Reparto operativo di Alessandria. Norma Megardi è scomparsa nel nulla. Aveva ereditato una casa dalla cugina, morta ad aprile, dove ogni giorno di recava per dar da mangiare ai cani. Lo ha fatto anche lunedì scorso, ma non è più tornata a casa. La sua Opel è stata ritrovata distrutta dalle fiamme nella campagna di Isola Sant’Antonio. Sul sedile posteriore c’erano i resti di un cadavere carbonizzato. Avrebbero litigato perché la donna aveva annunciato al giovane l’intenzione di rescindere il contratto di affitto dei terreni di sua proprietà, dal momento che da tempo non percepiva più il canone stabilito.
Tuttavia sono molte, troppe le cose che non quadrano come un debito di appena 2.600 euro che in poche ore si sarebbe trasformato in uno dei possibili moventi dell’ipotetico delitto.
Secondo quanto ricostruito finora ci sarebbero solo delle immagini riprese lunedì pomeriggio dalle telecamere di videosorveglianza disposte in alcuni punti della zona che mostrano l’auto mentre transita vicino a una cascina e si arresta a un bivio. Ma non dimostrano niente perché la donna andava nella casa della cugina per dar da mangiare ai cani.
Gli indizi sarebbero tutti contro il giovane Luca Orlandi: la lite nel pomeriggio con Norma Megardi, un possibile parapiglia, Norma che cade e batte la testa contro una pietra e muore, il ricorso alla messinscena del rogo per cui va a fuoco l’auto della donna col suo cadavere dentro. Ma non c’è nessuna prova e, soprattutto, i tecnici del laboratorio della Procura non sono ancora riusciti a tirar fuori uno straccio di Dna dal corpo carbonizzato trovato dai Pompieri.
Intanto i genitori di Luca, Ivana Ferrari e Pietro Orlandi, si sono presentati spontaneamente e sono stati sentiti a lungo, oggi, al Comando Provinciale dei Carabinieri di Alessandria, con un’ipotesi di reato formulata inizialmente dal pubblico ministero.
Reato per che cosa? Sono complici, istigatori, assassini? No. E allora?
Quello che si sa è che non si sa chi è morto, non c’è ombra di testimoni ma solo la confessione resa da un giovane che vale quel che vale fin che non si trova il corpo del reato.
E il corpo del reato non si trova.
Dove sono le prove, i riscontri oggettivi? Basta una confessione di un ragazzo in preda al panico?
Nel corso delle audizioni è emerso che martedì 21 giugno Luca Orlandi avrebbe portato la sua Panda dal carrozziere spiegando di aver investito un capriolo, ma le indagini scientifiche avrebbero permesso di rinvenire tracce dell’investimento dell’ex professoressa. Tuttavia il caso resta irrisolto mancando un elemento essenziale quale l’identità del cadavere carbonizzato.
Mancherebbe il movente. Cosa sono 2.600 euro di arretrati che vanterebbe la signora Norma Megardi contro i quasi 700.000 euro d’indebitamento complessivo dell’azienda agricola Ferrari condotta dal presunto omicida Luca Orlandi? C’è qualcosa che non torna, non può essere stato lui, ma qualcun altro semmai, ammesso e non concesso che il corpo carbonizzato sia quello della Megardi. E senza movente e senza corpo del reato si sbatte in galera un ragazzo di 23/24 anni perché ha confessato un delitto di cui non v’è traccia?
L’ultima domanda: come ha fatto la vittima a morire carbonizzata nel tardo pomeriggio di lunedì quando l’incendio in località Cascina San Pio a Isola Sant’Antonio è scoppiato sabato sera ed è stato spento domenica?