Asti – Mentre i cronisti continuano a scoprire fannulloni e pregiudicati che percepiscono il reddito di cittadinanza nonostante lavorino in nero, oppure spacciatori che col reddito di cittadinanza comprano la droga che poi rivendono ricavando profitti notevoli senza pagar tasse, ieri il tribunale di Asti ha condannato a due anni di prigione e 600 euro di multa per truffa ai danni dell’Inps Gianfranco Alasia, 63 anni, l’uomo che si tenne nella sua casa di Via Bonzanigo per oltre 6 mesi l’anziana zia novantenne Luigia Laferrere morta per cause naturali. Alasia continuava a fare prelievi col bancomat della defunta sul quale era regolarmente versata la pensione. Per nascondere il fetore del cadavere, Alasia che, per la cronaca, non è uno stinco di santo avendo collezionato ben 24 precedenti penali in ogni genere – condotte di simulazione di reato, associazione a delinquere su leggi finanziarie, bancarotta fraudolenta, frode processuale – aveva riempito l’appartamento di deodoranti. Tutto si è scoperto solo per una causa esterna, ovvero l’accesso all’alloggio dell’ufficiale giudiziario per lo sfratto esecutivo.