Vercelli – Grazie a quei fenomeni degli ambientalisti – gli stessi che prevedono 50 gradi a Vercelli d’estate tra una ventina d’anni – promotori del referendum sul nucleare del 1987 che ha fatto chiudere le centrali nucleari italiane, noi siamo col culo per terra per quanto riguarda l’energia che dobbiamo acquistare all’estero pagando un prezzo molto superiore ai costi di coloro che l’energia (nucleare, idroelettrica, metano e altro) l’hanno in casa. Ma c’è un sito industriale in provincia di Vercelli tra i 28 dismessi individuati dalla Regione che si candidano a diventare centri di produzione di idrogeno, per cui il Piemonte punta a trasformarsi nella Hydrogen Valley italiana ed europea, grazie a una posizione strategica a livello internazionale per il traffico merci su gomma: i 28 siti industriali non utilizzati, oltre che nel Vercellese, si trovano in provincia di Torino (12 quelli individuati dalla Regione), Novara (8), Cuneo (4), Verbano-Cusio-Ossola (3). Tutti luoghi ideali per il Nord Ovest dove installare i punti di ricarica e approvvigionamento di idrogeno per i tir in arrivo dal Nord Europa. In questo piano di sviluppo entra come protagonista la Fondazione Slala del presidente Cesare Rossini. Quello della hydrogen valley è uno dei progetti cui il Piemonte punta per attrarre i fondi europei del Pnrr, in particolare 70 milioni di euro. Per riuscirci farà leva anche sull’eccellenza della ricerca dell’Università del Piemonte orientale, Politecnico e Università di Torino, che possono contribuire in settori come i trasporti, sperimentando l’idrogeno sul trasporto locale stradale e ferroviario rinnovando le flotte con bus e treni verdi. La notizia deve seguire la regola del:
- What – Che cosa (centrale a idrogeno),
- Who – Chi (Regione Piemonte),
- Where – Dove (vercellese),
- When – Quando (al più presto),
- Why – Perché (avere l’energia necessaria allo sviluppo della logistica).
Come si può notare è ancora top secret il luogo industriale del vercellese individuato come possibile sito per l’arrivo della fabbrica di idrogeno. A favore del territorio risicolo giocano almeno due elementi di forza:
- inaugurazione avvenuta proprio quest’anno di un nuovo dipartimento green all’Upo, un partner citato direttamente dalla Regione nel dossier di candidatura alla hydrogen valley: il Dipartimento per lo sviluppo sostenibile e la transizione ecologica. Attraverso i due corsi triennali in Chimica verde e Gestione ambientale e sviluppo sostenibile, entrambi a Vercelli, sono affrontati temi come il riciclo, le energie rinnovabili e tutte le altre grandi sfide ambientali per il futuro del pianeta;
- la presenza nel vercellese di diverse aree industriali dismesse e a oggi non utilizzate: tali aree sono state inserite nel catalogo di 401 beni che Cei Piemonte ha stilato a marzo allo scopo di attirare nuovi insediamenti nel territorio regionale.
Nel capoluogo sono state indicate 4 zone:
- l’area della ex Pettinatura Lane, in via Donato: 115.000 metri quadrati di superficie e 70.000 di capannoni, che possono essere adibiti a servizi, produttivo e commerciale;
- un immobile ex industriale da 40.000 metri quadrati in via Iona;
- l’area industriale ex Svim di Stroppiana, sulla strada provinciale 31;
- un perimetro da 45.000 metri quadrati in via Vercelli a Trino, da cui si può usufruire della ferrovia Alessandria-Chivasso.
Il disegno della hydrogen valley prevede di convertire alla produzione dell’idrogeno stabilimenti chiusi ormai da anni, e che altrimenti potrebbero non avere opportunità di recupero. Un settore nuovo che offrirà nuovi posti di lavoro, e metterà a disposizione del tessuto industriale della nostra provincia una fonte energetica alternativa.
Sentito al telefono, il presidente di Slala Cesare Rossini (nella foto) si dice entusiasta del progetto: “L’idrogeno è una grande opportunità per i trasporti – ha detto l’avvocato alessandrino – e ci mette al riparto da embargo o aumenti di prezzo di petrolio e metano. La nostra industria come i trasporti e quindi la nostra logistica che si espanderà in tutto il Nord-Ovest, con l’idrogeno saranno all’avanguardia in Europa per efficienza, costi ridotti e approvvigionamenti quasi illimitati”.