Siamo arrivati alla fine della regular season. 38 match d’un campionato stupendo. Una categoria, la seconda del calcio italiano, dove la professionalità e la managerialità sono ormai requisiti indispensabili. In questa stagione siamo rimasti incantati da giocatori che vedremo in Serie A, in Società già strutturate per affrontare la massima categoria. I diritti televisivi di questa B sono stati venduti in mezzo mondo, Brasile compreso, e sono la prova provata della validità assoluta di questa categoria. Militare in un campionato del genere significa, per ogni piazza calcistica, essere nel rosso dell’uovo e lanciare il proprio territorio nel mondo: chi non ha colto questo aspetto che va oltre lo sport non merita di essere classificato “tifoso”, tutto il resto è inutile e ipocrita provincialismo. Ma su questi temi avremo tempo per discettare.
I verdetti
- Promozione diretta in A
- Lecce (71 p.)
- Cremonese (69 p.)
- Playoff (una squadra in serie A)
- Pisa (67 p.)
- Monza (67 p.)
- Brescia (66 p.)
- Ascoli (66 p.),
- Benevento (63 p.)
- Perugia (58 p.)
- Playout (una squadra retrocessa)
- Cosenza (35 p)
- L.R. Vicenza (34 p.)
- Retrocessione diretta
- Alessandria (34 p.)
- Crotone e (26 p.)
- Pordenone (18 p.)
Le partite
- Crotone 0 – Parma 1 – Partita senza storia, dominata dal Parma, e da Vasquez in particolare, il quale ha deciso di giocare e ha deliziato tutti con giocate inarrivabili. Curiosità: il terzo portiere, giovanissimo, del Parma che ha sostituto Buffon e Colombi a difesa della porta emiliana ha parato un rigore e ha compiuto un altro intervento decisivo. Della serie: quanto è costato economicamente il ruolo di portiere alla società? Un botto, e la rivelazione è stato un ragazzino al minimo di stipendio: quando il troppo stroppia. Il modesto Modesto ha quindi fatto il suo fino in fondo, dimostrando di non essere mai all’altezza della situazione.
- Ascoli 4 – Ternana 1 – Gli umbri non avevano più nulla da chiedere alla classifica così come i bianconeri: ne è nata una partita spettacolare con tanti gol e giocate pirotecniche da ambo le parti. Vittoria strameritata dell’Ascoli pur con un risultato che ha punito eccessivamente gli ospiti.
- Benevento 1 – Spal 2 – Il Benevento di quel fasullo di Caserta perde in casa e perde la faccia: un mese fa i campani erano pronosticati come probabili promossi in A direttamente, secondi solo al Lecce. Se questo campionato durasse ancora dieci giornate avrebbero tutti i loro problemi a confermarsi nei playoff, un ottimo collettivo guidato però da un maestrino che piace alla gente che piace, gente cioè che di calcio finge di sapere tutto in realtà non distingue un calciatore da un discesista di bob a 4.
- Brescia 3 – Reggina 0 – Partita senza storia, con i calabresi nella parte degli agnelli sacrificali. Avessero deciso di immolarsi un po’ prima nei confronti di avversari bisognosi forse per noi mandrogni l’epilogo sarebbe stato meno doloroso ma, tant’è, il nostro DS è un idolo nella calabria saudita ma è stato, come al solito, inutile alla causa….
Como 1 – Cremonese 2 – I Grigiorossi vincono a fatica ma i lariani, dopo un avvio gagliardo, calano progressivamente davanti alla giovane ma talentuosa pattuglia di Pecchia e volano in Serie A. - Frosinone 1 – Pisa 2 – Il Pisa domina la partita, arpione il terzo posto (primo nei playoff), offre una prestazione importante, recupera Lucca alla causa e elimina i frusinati che, sempre nelle prime piazze, sono precipitati prima in fondo alla lista delle spareggianti per poi uscirne in modo traumatico, complice il Mister Grosso, da sempre sopravvalutato come allenatore e scelto soprattutto per i meriti ottenuti da calciatore nella Nazionale di Lippi.
- Lecce 1 – Pordenone 0 – La capolista non ha problemi a far di un sol boccone i friulani che chiedevano solo di poter fare una figura decente al Via del Mare e non essere umiliati da una corazzata con il Gran Pavese issato. Fossero stati i salentini un po’ più coscienziosi a Vicenza magari sarebbe stato meglio ma siamo sempre qui a spiegare cosa dovevano fare gli altri.
- Perugia 1 – Monza 0 – Capolavoro dei neopromossi umbri che ribaltano un pronostico abbastanza scontato, tolgono il gusto della A diretta al Monza, inchiappettano il Frosinone in ottica playoff sostituendosi ai ciociari nella griglia spareggi e costituendo l’autentica sorpresa, grazie alla fattiva collaborazione del Pisa, di questo turno finale di campionato. Per la cronaca, il nostro ex Beghetto (da Gennaio) nel Perugia sostituisce dopo pochi minuti il titolare Lisi e contribuisce attivamente alla vittoria sui brianzoli. A qualcuno in città fischieranno le orecchie? Di Masi lo vuole a luglio ma vuole sbarazzarsene a gennaio pagando pure? O forse c’era da valorizzare Lunetta? Macchè, Lunetta è in prestito…possibile che qualcuno qui da noi non abbia ancora aperto gli occhi?
- Cosenza-Cittadella 1-0 – Il Cittadella ha fatto il suo senza eroismi, il Cosenza ci ha buttato tutto quel che aveva e bisogna riconoscere che il risultato alla fine è addirittura striminzito.
- Alessandria 0 – L.R. Vicenza 1 – Un incubo che non dimenticheremo tanto presto. Decide un gol di un difensore centrale veneto a metà primo tempo con i Grigi malmessi su un corner regalato agli ospiti. Ma la cosa tecnicamente più rilevante, quella che toglie ogni dubbio sull’inferiorità metafisica mandrogna, sta nel fatto che nei 70’di gioco passati tra l’episodio dello svantaggio e il triplice fischio, l’Alessandria non è stata in grado di creare una sola autentica azione da gol che potesse portare ad un pareggio. Pareggio che, forse, avrebbe cambiato la storia non solo di questa stagione ma addirittura della storia del club. Siamo stati in paradiso per una stagione e ci hanno ricacciato in purgatorio. Ma quali gravissimi peccati avremmo mai commesso per dover sopportare una simile punizione? Adesso la palla passa a Di Masi e prenderemo atto di quel che vorrà fare in futuro. Sgombriamo subito il campo da alcune minchiate sociali avallate da certo pubblico, seguito da un cagnolino scodinzolante e ubbidiente (la classe giornalistica mandrogna quasi al completo, si intende), che farebbero passare verità che, benchè musica per certe orecchie, non hanno né logica, né valenza né, tanto meno, il crisma della ragionevolezza. Per esempio: “L’Alessandria non è di Di Masi ma di tutti noi!” Benissimo, diciamo. Allora proponiamo a Di Masi di “noleggiare” la società a un triunvirato che comprenda Giarre, Negri e magari, per par condicio, Ronni Rolando, reduce da una brillante (?!?) recente esperienza da assessore comunale, sperando che la testa di questo ipotetico trio, visto così totalmente acefalo, ci sia Artico con il tamber alla bocca e Penna Scadente alle tastiere: “l’assassino (o gli assassini) torna sempre sul luogo del delitto”, classica frase ricorrente nei gialli vittoriani. Una cosa sola non vorremmo si scegliesse, pur riconoscendo alla proprietà il diritto inviolabile di decidere secondo coscienza e situazione morale, personale e famigliare. Che Di Masi ci dicesse di voler ripartire all’assalto della cadetteria con gli stessi uomini che hanno davvero affossato i Grigi, quei dirigenti e personaggi che hanno illuso una città grazie alla promozione ottenuta nel giugno scorso, promozione bugiarda, casuale e legata a una serie di situazioni irripetibili e al lavoro miracoloso di Longo. A tra poco.