Alessandria – Con buona pace dei soliti climatologi, il clima, invece di riscaldarsi continua a raffreddarsi e le piogge sono talmente potenti da invadere le città che per questo motivo chiedono in continuazione lo status di calamità naturale per avere i soliti ristori dal Governo. Delle due l’una: o siamo al riscaldamento o quella del riscaldamento è una balla ciclopica. E, stando ai fatti, è vera la seconda ipotesi anche perché la temperatura, negli ultimi vent’anni, si è abbassata di due decimi di grado. Altro che siccità, caldo indiano con Vercelli destinata, come dice il signor Mercalli, a “vantare” temperature di ben oltre 45 gradi nelle prossime estati. Ebbene, ieri 2 aprile 2022, come è sempre successo, è tornata la grandine – tradotto: pioggia di ghiaccio – che, come è sempre stato in questo periodo da tre milioni di anni a questa parte, ha colpito un po’ dappertutto: in Val Cerrina, nel torinese, nel casalese (per La Stampa, torinese e casalese si scrivono minuscoli perché non sono nomi propri: così, per la precisione). Nei Comuni di Sala, Camino, Murisengo, Alfiano Natta e Villadeati si conteranno nelle prossime ore i danni alle piante colpite in piena fioritura. Anche la Val Curone, nel tortonese, spera di poter salvare parte delle ciliegie dopo che il gelo delle scorse settimane ha falcidiato le albicocche. Insomma, niente di nuovo sotto il sole, siamo alle solite. Non prendiamoci in giro per favore, abbiamo già troppi problemi veri e non è il caso di inventarne altri. Greta fai la brava.