Si è esaurito anche il 31° turno di questo sempre avvincente campionato cadetto. La prossima settimana, dopo il riposo, arriva il rush finale delle ultime sei partite per la conclusione della regular season. Per ogni squadra ci sono quindi ancora 18 punti a disposizione. Lo spazio per i “miracoli” si assottiglia sempre di più e si può ipotizzare, viste le incertezze nel poter già individuare compagini che centreranno l’obiettivo, che siano pochi i match caratterizzati da squadre con diverse motivazioni, storico tallone d’Achille della B.
- Monza 1 – Crotone 0 – I Brianzoli, i quali il turno passato avevano rifilato ai Grigi tre pappine, si sbarazzano anche del Crotone al Brianteo con il risultato minimo. La vittoria per i padroni di casa è arrivata sul filo di lana ma non per questo meno meritata, legittimata in un finale convulso. I calabresi tengono testa ai rivali ma poi pagano pegno ma, se andate a leggere la formazione, non si potrà convenire che vedere gli ionici occupare certe infime posizioni di classifica corroborate da una media punti a partita da retrocessione sicura, è un segnale chiaro che in questa stagione sono state molte le cose che non hanno funzionato a dovere in casa crotonese.
- Parma 0 – Lecce 0 – Il Parma spaventa il Lecce soprattutto nel primo tempo, poi nella ripresa Baroni cambia qualcosa e il punticino i salentini riescono a portarlo a casa. Lo sappiamo: per un mister riuscire a capitalizzare un materiale umano e tecnico sontuoso come quello messogli a disposizione dalla Società è meno problematico di quello che sembra ma il Lecce è, sotto molti punti di vista, la compagine più attrezzata, completa e meglio costruita della categoria, un vero piccolo miracolo targato Pantaleo Corvino, dal punto di vista tecnico, finanziario e pure proiettato nel futuro.
- Reggina 1 – Cosenza 0 – Nel derby di Calabria la Reggina riprende il cammino vertiginoso scandito da Stellone, percorso che in settimana aveva segnato il passo. Il Cosenza del “Merendone Bisoli” regge il confronto per un po’, poi lascia lo scalpo all’odiato avversario e vanifica le ripetute battute d’arresto dei Grigi mentre il suo vice, a fine partita, si richiama alla specialità della casa: le lamentazioni sull’operato dell’arbitro.
- Ternana 3 – Alessandria 0 – Per i Grigi non ci voleva l’influenza che ha abbattuto molti titolari alla vigilia della partita. Il gruppo, già decimato da infortuni che durano ere geologiche, ragazzi fuori dal gruppo da tempo immemorabile, squalifiche che ormai arrivano a scadenze ravvicinate ma soprattutto, da un mese mezzo in qua da un calendario che richiederebbe una rosa più vasta e qualificata rispetto a quella immaginata in estate. Poi un terzinaccio rossoverde ha fatto bingo con un sinistro a metà primo tempo dai 30 metri che toglie le ragnatele nel sette della porta dell’esordiente Cerofolini. Fin lì era stata una partita equilibrata, a dirla tutta perfino soporifera. I Grigi si scuotono e, fino a metà ripresa menano le danze con due buone opportunità per pareggiare. Il doppio errore individuale commesso in pochi secondi da Lunetta regala il raddoppio a Lucarelli il quale, a fine partita, riconosce di essere stato gratificato oltre i meriti dei suoi ragazzi. La partita è stata decisa quindi da una prodezza balistica ternana, due errori difensivi marchiani commessi dai Grigi e l’endemica incapacità mandrogna di trasformare le poche occasioni costruite in gol. Fare analisi diverse sulle scelte di Longo è roba da dementi: pensare che un mister del genere non sia in grado di sfruttare al meglio uomini e risorse a disposizione è contrario alla logica e al recente passato. E che, se avesse a disposizione un mediano sinistro più affidabile di Lunetta per esempio, decida di relegarlo in panchina per puro masochismo è inimmaginabile. Semmai il problema potrebbe essere: ma fino a che punto una figura come il nostro Mister possa rappresentare un momento di omogeneità all’interno di un gruppo di dirigenti nel quale la professionalità latita? A quel punto potrebbe rappresentare la figura tipica del calciatore fenomeno, costretto a dialogare in campo con compagni dotati di portaombrelli al posto dei piedi. Potete star certi che sarà proprio lui, il calciatore più dotato, l’indiziato preferito per appoggiare le responsabilità di possibili risultati deludenti. Della serie: chi ci vede bene in un gruppo di lavoro composto da ipovedenti verrà considerato un problema, non certo una risorsa, come logica e ragionevolezza invece imporrebbero.
- Perugia 0 – Como 1 – Vince il Como una partita nella quale un pareggio per lei sarebbe stato grasso che cola. De Luca, punta perugina, ha giocato bene ma ha mancato occasioni importanti e un contropiede a metà ripresa ha deciso l’incontro. L’ultima mezzora è stato un assedio all’area comasca, le occasione per pareggiare il conto sono piovute copiose, ma così la Dea Eupalla aveva deciso, quindi.
- Pisa 1 – Cittadella 0 – I nerazzurri di D’Angelo si presentano all’Arena Garibaldi con Lucca e Torregrossa titolari e proprio il primo con movenze feline va contro la palla calciata dalla bandierina e segna sul primo palo. Su quel gol di vantaggio ruota il resto della partita, con i padroni di casa in controllo e i veneti, rimasti in dieci a metà ripresa, tentano di raddrizzare la situazione ma senza creare occasioni clamorose.
- L.R. Vicenza 2 – Ascoli 0 – Il risultato non inganni: i biancorossi vincono la partita segnando in modo fortuito e insperato il gol del vantaggio dopo aver subìto una ripresa dominata dagli ospiti. Nel momento in cui i veneti sembravano prossimi alla capitolazione arriva il vantaggio poi ribadito senza meriti alcuno dal raddoppio allo scadere, azione davvero singolare nella quale i bianconeri si fanno letteralmente il gol da soli perché, in possesso palla per il rinvio sulla tre quarti toccano tre volte palla senza interventi avversari e la palla beffarda rotola in rete. Certo, il Vicenza che a onor del vero sbaglia un rigore concesso generosamente in apertura in panchina tiene una batteria di giocatori che avrebbero la maglia da titolare in qualunque altra squadra di categoria, vedi Meggiorini o Giacomelli. Per spiegare il mistero Vicenza citiamo il vecchio adagio: ”se il troppo non stroppia” a Vicenza invece il troppo ha stroppiato, uuuh se ha stroppiato!
- Pordenone 1 – Brescia 1 – I bresciani di Pippo Inzaghi passano al 14’ con Ajè in vantaggio a Lignano contro la cenerentola della B. Sembrerebbe una partita segnata dove il pronostico non è mai stato in discussione e il match seguirà una falsariga prevedibile e scontata. I Ramarri invece non ci stanno: poveri ma onesti siamo… provando a rincorrere un risultato positivo. E ci riescono con Cambiaghi, un millennian di proprietà orobica, in contropiede nel secondo tempo. Ai bresciani esce fumo denso dal naso, tentano di riportarsi in vantaggio obnubilati però da una sorta di lesa maestà e, a parte un palo pieno nel recupero, non spaventano i neroverdi. E adesso il Presidente Cellino chi lo sente?
- Spal 0 – Cremonese 2 – La squadra di Pecchia con questa vittoria mai in discussione passa sola in testa alla classifica mentre la Spal dell’amerikano Joe Tacopina, il quale nelle interviste spiega all’orbe terraqueo quanto sia facile vincere e far soldi nel calcio italiano, non cava un ragno dal buco. Sugli scudi ancora l’ex Juve Under 23 Zanimacchia, ora grigiorosso. Una Cremonese giovane e pimpante, dotata tecnicamente e fisicamente, ben organizzata che migliora di partita in partita meritandosi la vetta. Per la Spal invece un messaggio a quello sventurato di Venturato: “Stiamo arrivando…”. A dimostrare così che ingaggiare allenatori ex Cittadella non è mai un buon affare e un giorno vi diremo perché.