Stavolta parliamo di un ruolo specifico, quello del portiere. Lo facciamo partendo da lontano: correvano gli anni 2010/11, l’Alessandria allora militava in C1: si arriva terzi nella regular season ma saremo poi eliminati ai playoff e retrocessi per illecito sportivo. Il Presidente di quella stagione allucinante è Veltroni da Sansovino, allenatore Sarri e preparatore dei portieri un maestro del ruolo: Alessandro Zampa. La squadra in estate era stata assemblata alla svelta ma si rivelerà un buon organico con individualità di spicco. I due portieri erano Servili e Colombi, giovane in prestito dall’Atalanta. Si parte con Servili titolare ma, dopo qualche partita, Zampa e Sarri pensano di puntare su Colombi. Il buon senso e l’occhio rivolto al futuro avrebbero suggerito Colombi titolare ma si innesca la “contraerea” interna che “convince” Sarri e Zampa a insistere su Servili perché idolo della Nord. Colombi, rispedito a casa a dicembre, ripartirà e lo aspetta una carriera fatta di A e B. Scelta oculata? No certo.
Per volere dell’ACAM
Ma c’è un altro episodio capitato due stagioni dopo: Servili è in panca per scelta tecnica e si dà fiducia all’emergente Poluzzi il quale commette un erroraccio proprio sotto la Nord. Dalla curva comincia un violentissimo massacro per il giovane portiere imponendo il ritorno di Servili. Anche Poluzzi vanta una carriera ben più qualificata rispetto a quella di Servili. Poi Servili appende i guantoni al chiodo per raggiunta anzianità e, senza soluzione di continuità e nessuna esperienza specifica, è subito inquadrato nell’organigramma tecnico come “preparatore dei portieri”, grazie ai consigli “disinteressati” della sempre vigile e impicciona ACAM (Agenzia di Collocamento Anonima Mandrogna), e lo è tutt’oggi. In questi anni non abbiamo visto, sotto le sue cure, un portiere giovane migliorare, mentre i portieri di mezza età peggioravano a vista d’occhio. Oltre a questa costante ne diciamo un’altra irragionevole e nociva: se il portiere allenato dal nostro faceva bene, il merito era del preparatore, se cappellava la colpa era del ragazzo, a prescindere.
I portieri grigi e la selezione al contrario
In questi anni sono passati (e scappati) per le manone di Servili un miliardo di portieri, di tutte le risme e le tipologie: possibile che fossero tutti dei brocchi? Forse, ma oggettivamente non la sapremo mai. Qui nessun allenatore, dato certo, ha mai avuto la facoltà di assumere nel suo staff un preparatore di sua fiducia, come tradizione vuole. Essere condizionati dai capricci della piazza per ruoli così squisitamente tecnici ci pare esagerato, oltre che miope, provinciale e arrogante. Arriviamo quindi al campionato del Covid: la stagione è stata troncata con largo anticipo e noi restiamo in C con Gregucci in panca. Artico, nominato DS a inizio stagione, comincia a pensare ai nuovi arrivi. Per il ruolo di portiere, dopo l’ennesima delusione di nome Valentini, Gregucci insiste per un portiere collaudato e indica Pisseri della Pistoiese che ben conosce (se volete vi diremo anche chi, come e perché). Artico invece vorrebbe andare su un profilo diverso, più giovane e fisicamente prestante, scelta che non fa una grinza.
La breve “era Crisanto” causa Covid
Alla fine vince il braccio di ferro Gregucci. Si ingaggia anche un dodicesimo (Crisanto) e pure un terzo, visto che le giovanili in questi anni non hanno prodotto neppure un portiere meglio di una sedia piazzata davanti alla porta. Pisseri vive un precampionato travagliato, si becca il Covid ed entra titolare a campionato avanzato (primi di ottobre, ci pare). Nel frattempo Crisanto, suo sostituto, perde due partite di campionato come solo lui sa fare e si accomoda in panchina, dove è ancora lì imbullonato da un anno e mezzo. Inoltre Crisanto, se dobbiamo dirla proprio tutta, è stato il principale ispiratore, pochi giorni prima della trasferta fondamentale di Como in C, di quel convegno mattutino costato il diffondersi del Covid nel gruppo, benché i giocatori avessero vissuto i tre mesi precedenti a quell’infausta colazione a casa del suddetto, come frati trappisti. Si arriva quindi in riva lago con la formazione rimaneggiata dalle assenze. Con la squadra al completo avremmo vinto a Como e guadagnato la B già a maggio? Non lo sapremo mai.
Toc-toc, permesso? Siamo in Serie B?
Sappiamo invece che abbiamo vinto i play off e in B ci siamo entrati dalla porta di servizio con Pisseri sugli scudi. A quel punto l’ex Pistoiese è sotto contratto ma, nel mercato estivo, (quello “delle scelte” come filosofeggia Artico) il DS si porta a casa in prestito tal Russo, giovane gigantesco portiere del Sassuolo, già inserito nel giro delle Nazionali Under, il quale aveva esordito in B a Chiavari nella stagione precedente, deludendo le aspettative riposte in lui. Ma il disastro autentico non sta nel valore del nuovo acquisto bensì nelle condizioni del contratto del ragazzo. Artico infatti ha riconosciuto al neo ingaggiato uno stipendio che neanche il Buffon di quell’età si sarebbe sognato di pretendere. Il Sassuolo, titolare del cartellino, garantisce però un robusto intervento economico a favore dei Grigi ad ogni partita che il loro pupillo disputa. Quindi o si vende Pisseri (idea di principio non proprio peregrina) per puntare su Russo oppure l’Alessandria ha preso oltre 400.000 euro e li ha usati per concimare il prato del Mocca.
In squadra di portiere ce n’è uno, ed è meglio che sia buono
Meno male che il Sassuolo a gennaio si riprende il ragazzo e lo smista all’estero, limitandoci un po’ i danni, forse, ma non è sicuro che non ci sia stato anche stavolta un intervento per “favorire” l’operazione, come avvenuto probabilmente per Beghetto. A questo punto il signor Artico ci dovrebbe spiegare la ratio di quel “colpo di mercato” (il suo “mercato delle scelte” andrebbe corretto nel suo “mercato delle scelte sbagliate”) e cosa pensasse di Pisseri, dopo aver avuto un anno di tempo sott’occhio, è ovvio. E, ci chiediamo ancora, per valutare Pisseri, qualcuno aveva chiesto lumi a Servili? Qui il busillis infatti non sta nel valore oggettivo dei due portieri ma nella gestione tecnica ed economica del ruolo fatta senza logica (di portieri, è noto, ne è ammesso uno per squadra, quindi non avrebbero mai potuto giocare entrambi, salvo deroga federale) unita all’incapacità di leggere le situazioni da parte del nostro DS il quale, una volta di più, ha dimostrato di non capirci una beata minchia.
Artico con quattro amici al Bar
Certo, in birreria coi suoi amichetti, Artico è probabilmente un convincente affabulatore, capace di scaricare errori e responsabilità su altri, ma alla fine è il campo e il bilancio della società a parlare: nelle sue tre stagioni da DS abbiamo visto una montagna di soldi buttati. E non vale una cippa di minchia il ritornello che “con lui DS siamo andati in B dopo tanto tempo” perché il vero artefice della promozione, quello che ha spostato gli equilibri e ha fatto fare con il suo lavoro il salto di qualità, è stato Moreno Longo, non certo il DS. Fosse per Artico, probabilmente ci sarebbe ancora Martini in panchina in C e magari il Camma a fare il secondo… (il Camma che arcala spesso a Centogrigio dalla Liguria e conoscendo la proverbiale taccagneria ligure ci chiediamo cosa lo spinga, legittimamente sia chiaro, ad affrontare spesso le spese di viaggio). Inoltre i tifosi amichetti di Artico dovrebbero dimostrare, dati alla mano, che coi soldi di Di Masi (altro fattore fondamentale per la promozione) c’era in tutta Italia solo il DS Fabione capace di portarci in B? Ma va’?
Cagionevoli di salute
Se invece si pensa che probabilmente solo un allenatore come Longo potesse riuscire nell’impresa viste le premesse, allora siamo d’accordo. Ancora due cosucce su ciò di cui abbiamo discettato la settimana scorsa riguardo alla cagionevolezza media dei ragazzotti che arrivano dalle giovanili dei grandi club, la tesi ha avuto ulteriore conferma con l’infortunio di Coccolo, dopo quelli di Bellodi, Mantovani e Pierozzi. E stendiamo un velo pietoso su Palazzi, che non sia di primo pelo ok ma che sia inabile è certo, per il quale abbiamo buone ragioni per credere che non sia stato un ingaggio suggerito da Longo, come invece si sente dire in giro. A tal proposito diciamo che riteniamo il DS, chicchessia e dovunque, il responsabile unico della campagna acquisti. Il giochino di far credere al tifoso che un giocatore l’ha voluto il Presidente, l’altro l’allenatore e talaltro il magazziniere non funziona: è una pacchia solo per chi gestisce l’opinione pubblica ma non aiuta certo la corretta valutazione dell’operato dei vari dirigenti responsabili. Il DS, per definizione, mette la faccia su tutti i movimenti dei giocatori, in entrata e in uscita.
Penna Cadente non ci rompere gli zebedei
Che poi ogni nuovo acquisto abbia una sua diversa narrazione è ovvio. Ogni DS italiano a fine mercato spiega pubblicamente in conferenza stampa le origini e le ragioni di tutte le operazioni portate a termine. L’unico DS, fra i cento delle società professionistiche, che si rifiuta di farlo è il nostro. E le ragioni? Il compito primario di Artico sembra quello di “normalizzare” – come diceva Stalin – la piazza e, nei ritagli di tempo, comprare tanti giocatori senza neppure conoscerli e, per quei pochi che riesce a sbolognare, si avvale “dell’aiutino”, cioè dell’incentivo all’esodo. Poi va rimarcato come la nostra immarcescibile Penna Cadente (ma quand’è che va in pensione?) abbia lapidato Parodi per la partita di Ascoli. No, non è il nostro giocatore che ad Ascoli ha sbagliato tutto (come ha riportato superficialmente nelle pagelle la sublime cronista che di calcio non capisce un cazzo) bensì, riteniamo, gli errori sono stati collettivi perché la squadra ha consentito che a Bidaoui arrivassero rifornimenti puntuali e comodi. Inoltre quest’ultimo è talento fuori categoria, bravo lui ma bravo pure il DS a metterci le mani sopra.
Cronache inventate per quei pirla della Curva Nord
Adesso ci chiediamo: ma che ci va a fare Penna Cadente fino ad Ascoli? A mangiare le olive ripiene o un viaggetto romantico col suo ganzo? Per scrivere quelle castronerie il nostro Grande Capo (augh!) le partite basta vederle sul cellulare, o non vederle neppure: il sentito dire basta e avanza, tanto scrive solo quello che fa comodo a lei e ai suoi fans sempre meno numerosi ogni giorno che passa. E che il bisettimanale che la fa scrivere e la mantiene non riesca a cogliere che il calcio (l’unica voce attiva in questa città in coma profondo) non deve essere bistrattato e strumentalizzato da certi personaggi grotteschi, nonostante i trionfali e risibili interventi postati sui social del suo “autista-occhioni dolci” è grave. Caro direttore: trattare i propri lettori come dei provincialotti passi, ma farci subìre pure i piccini interessi familistici di una vostra giornalista ci pare esagerato, esattamente come nel caso post Perugia di Alvini.
Direttore, lei non conta un tubo, nel suo giornale chi comanda è Penna Cadente
Secondo lei, direttore, è normale che un suo cronista segua passo passo le trasferte di una cinquantina di “eroici” tifosi con paginoni dedicati e non riporti dichiarazioni pregnanti di qualificati addetti ai lavori? Forse che i nostri soldi e di quelli come noi per comprare il suo giornale non hanno il valore di quelli di quei cinquanta tifosi sempre coccolati e citati uno per uno sul suo giornale? Quanto invece alle dichiarazioni di Longo in conferenza stampa pre Perugia, con peana per il suo ex DS a Frosinone, Giannitti, ora in Umbria (testualmente “il suo è un caso da studiare visti i risultati che ha colto negli anni”) mi piacerebbe sapere cosa ne pensa Artico, visto che al momento sarebbe lui il DS di Longo. Consiglio facile facile a Di Masi: perché non mandare il “bomber” a fare un po’ di praticantato da Giannitti? Non sia mai che dopo uno stage del genere, se il ragazzo si applica, ritorni più istruito?
Artico, cosa ci dice?
Problema: con lui in Umbria però dovrebbe trasferirsi pure la sua claque cittadina perché da solo perderebbe il 90% del suo appeal. Ora ci aspettiamo una risposta piccata del DS alle dichiarazioni di Longo, e ci aspettiamo pure che i nostri giornalisti commentino il siparietto e che ai tifosi non sia sfuggita la clamorosa mozione di sfiducia pubblica del mister dedicata al suo attuale DS. Ma non preoccupatevi, non succederà niente: Artico farà il pesce in barile sperando che la gente dimentichi in fretta e i tifosi sponsor del DS diranno che Longo in realtà non intendeva sminuire la figura di Artico.
A da passa’ a nottata”, direbbero a Napoli.