E sì, dopo questo turno feriale e in attesa di quello infrasettimanale, si comincia a delineare il leitmotif che ci accompagnerà fino alla fine, anche se i prossimi sei giorni, con due turni (XXIII e XXIV) da giocare, potrebbero delineare ancor meglio certi equilibri di classifica. Si parte con la larga vittoria casalinga del Parma sulla cenerentola Pordenone (4-1) ma il risultato è troppo largo. In vantaggio meritato subito gli ospiti (che poi sfiorano anche il raddoppio) grazie a Buffon che sulle palle rasoterra dimostra appieno l’età del dattero. Poi pensa Vasquez a zittire i propri tifosi ululanti e delusi dal primo tempo dei propri giocatori. I due gol parmensi del finale non cancellano comunque la bassa qualità del gioco corale sviluppato dai ragazzi di Iachini.
Il Vicenza al Menti pareggia (0-0) contro il Cosenza con pieno demerito: è stata, e sarà, una delle poche partite giocate da due squadre che stanno entrambe alle nostre spalle in classifica ed entrambe non danno segnali di poter invertire con successo la deriva del loro cammino.
Il Monza al Brianteo fatica a sbloccare il risultato contro la Spal ma poi dilaga meritatamente (4-0) sotto gli occhi del Berlusca.
Il Cittadella cade in casa (0-2) contro una Cremonese che irrompe nella lotta per la promozione diretta.
Il Pisa all’Arena Garibaldi non riesce a sbloccare il risultato contro la Ternana (0-0) nonostante un rigore a favore tirato bene, ma è sfortunato nell’occasione Torregrossa che impatta la parte interna della traversa.
Il Pisa domina per 80’ ma verso la fine non rischia mai di vincere bensì di perdere. Saranno così contenti i tanti detrattori, nostri concittadini, di D’Angelo perché il nostro ex Mister stavolta, almeno secondo noi, non si conferma come il lettore sublime e pragmatico della partita ma fa gli ultimi cambi col furore di voler vincere a tutti i costi, dimenticando una lezione che proprio qui ci impartiva spesso e in pochi capivano, cioè ricercare sistematicamente gli equilibri di squadra.
Perugia- Frosinone (3-0) merita invece due parole in più. Il Perugia è fra i club cadetti che spendono meno di noi, hanno una capitalizzazione dei giocatori nettamente superiore alla nostra e un allenatore (Alvini) che, pensiamo, con Longo e D’Angelo, è tra i migliori. Poi c’è stata l’intuizione magistrale di Giannitti nel portarsi a casa un giocatore come il nostro ex De Luca. Qui, nonostante i 9 gol siglati in C De Luca non è stato né capito né apprezzato, tranne Artico il quale, appena diventato DS dei Grigi, avrebbe voluto confermare il prestito col Torino, nonostante il mister d’allora (D’Agostino) che lo faceva giocare quando era costretto dalle circostanze. Guardiamo la carriera del ragazzo e del nostro ex mister e si capiscono tante cose. E guardando il Perugia, due dati facili facili: sull’azione manovrata del secondo gol umbro c’erano otto giocatori perugini nell’area avversaria mentre, nell’unica situazione pericolosa creata dagli avversari, nella propria area di rigore con azione in movimento il Perugia si difendeva in nove. Capiamo che per molti di noi questi siano dettagli, invece la dicono lunga sull’organizzazione di squadra del Perugia, neo promossa come noi ma che ha cambiato tanto in estate.
La Reggina di Stellone ha vinto 1-0. Stellone grazie a un gol da metà campo di Montalto che ci ha ricordato quello segnato da Fontana al Mocca contro il Carpi. Ma qui il puntero calabrese è stato ancora più bravo del nostro fantasista di allora perché il tiro è stato scoccato da distanza ancora superiore e, soprattutto, al momento del tiro la palla era rasoterra e non rimbalzante. Il Crotone però, nonostante la sconfitta, non ha demeritato e non è stata mai sovrastata dall’avversario. Certo è che in casa Vrenna regna comunque la confusione con variazioni continue di moduli e di giocatori impiegati. Nelle partite disputate domenica invece tre pareggi.
L’Ascoli non vince al Del Duca contro il Como (finale 1-1) e in due turni casalinghi consecutivi, contro avversarie sulle carta non da primato, raccolgono un misero punticino e Sottil sbrocca: cercasi psicanalista ( e pure bravo) per il mister ascolano che già domenica scorsa contro il Perugia aveva avuto reazioni sconsiderate. Invece di prendersela con gli avversari cominciasse ad esaminare le sue scelte e il suo lavoro.
Pareggio per 1 a 1 anche fra Lecce e Benevento coi sanniti che mettono in difficoltà i salentini di Baroni per i quali il bomber Coda non stavolta la differenza.
E infine 1-1 anche per i Grigi a Brescia. Nel primo tempo gli ospiti non patiscono più di tanto, nella ripresa vanno anche in vantaggio con un contropiede manovrato e sfiorano il raddoppio poco dopo. D’allora in poi, per oltre trenta minuti, il Brescia assedia la porta di Pisseri ma senza creare situazioni pericolose. Al 90’, quando la pressione stava scemando, Moreo, bomber di razza, trova il gol con un radente dal limite. Vista la partita e il gioco delle Rondinelle ci viene da pensare che, in fondo, un presidente esperto di calcio come quello bresciano non abbia mica tutti i torti a non apprezzare le scelte e il lavoro di Inzaghi, suo tronfio allenatore sempre sopra le righe.