Novi Ligure – A sei mesi dalla nomina di presidente di Acciaierie d’Italia e a qualche giorno dall’incontro avuto con Mario Draghi, Franco Bernabè, in un’intervista rilasciata a Il Secolo XIX si dice ottimista per il futuro dell’ex Ilva. Dopo l’incontro con Draghi, il manager di Bolzano ha detto di trovarsi in piena sintonia col premier: “L’incontro con Draghi è andato bene. Non è stato il primo né sarà l’ultimo, Draghi segue la vicenda dall’inizio. Non so perché abbia suscitato tanta curiosità”. Bernabè fa sapere che esiste la concreta possibilità di traguardare con successo, in dieci anni, la completa conversione industriale del sito di Taranto: “Nonostante le difficoltà congiunturali date dal costo dell’energia, direi che si sta facendo molto e molto positivamente. Sono soddisfatto. Dall’ex Ilva può ripartire il processo dell’industria siderurgica italiana. In questi mesi si è lavorato veramente tanto e quando sarà il momento lo racconteremo dettagliatamente, lo comunicherà l’amministratore delegato”. Tra i primi stabilimenti del gruppo quello di Novi Ligure trarrà grandi benefici dal rilancio che è nell’aria anche alla luce della ritrovata armonia fra i due soci, Invitalia e ArcelorMittal, pubblico il primo e privato il secondo, che al momento convivono in Acciaierie d’Italia con un assetto azionario paritario. Bernabè risponde senza esitazioni: “Sì, anche tra i due azionisti il clima è buono, c’è sintonia”. Nella sua visita allo stabilimento di Taranto, Franco Bernabé ha detto che dieci anni per la decarbonizzazione “non sono un periodo lungo, anzi sono un periodo corto se noi andiamo a vedere i progetti di decarbonizzazione che sono in corso negli altri Paesi, parliamo del 2040, del 2050. Per quanto riguarda la tecnologia, noi beneficiamo oggi, nella transizione 4.0, di cinquant’anni di investimenti fatti dalle grandi imprese, quindi tutto questo dinamismo nasce dal fatto che a monte c’è stato questo grande investimento; nella transizione energetica siamo invece agli inizi e quindi c’è bisogno di sviluppare tecnologie”. Un esempio viene dalla Francia dove, negli stabilimenti di Arcelor-Mittal di Fos-sur-Mer e Dunkerque si prevedono investimenti per 1,7 miliardi di euro: a Fos ArcelorMittal costruirà un forno ad arco elettrico, che integrerà il forno siviera annunciato lo scorso marzo e supportato dal piano France Relance; a Dunkerque invece sarà realizzato un impianto di produzione di preridotto (Dri) da 2,5 milioni di tonnellate per trasformare il minerale di ferro utilizzando l’idrogeno invece del carbone. I nuovi impianti saranno operativi a partire dal 2027 e sostituiranno gradualmente 3 altiforni su 5 in Francia entro il 2030 (2 su 3 a Dunkerque, 1 su 2 a Fos). Per noi con ogni probabilità sarà la stessa cosa e Novi Ligure potrebbe recitare un ruolo di primo piano in questo progetto di rilancio aziendale.