Ponzone ( Massimiliano Pettino di Acquinews) – La storia di Missy ha appassionato molti lettori. La piccola ‘cinghialotta’ salvata nel bosco dal cane di Marta Quartini, è stata cresciuta amorevolmente grazie ad un escamotage. “In Italia non è possibile detenere cinghiali come animali da compagnia e così, per salvarla, abbiamo istituito un allevamento (solo per lei)” ci ha raccontato la padrona. Missy è così carina che in poco tempo è diventata una star dei social; tanti followers ne hanno seguito la crescita ed apprezzato le abilità nell’addestramento che quotidianamente la padrona le impartisce.
Fa parte della famiglia
La peste suina, scoppiata nei boschi a confine tra Piemonte e Liguria, ha costretto le autorità sanitarie ad emanare provvedimenti drastici disponendo “la macellazione/abbattimento immediata dei suini detenuti all’interno di allevamenti bradi e semibradi, cinghiali ed ibridi”. Questa circostanza ha fatto presagire un epilogo inaccettabile per Marta Quartini e il suo compagno perché Missy, al di là della nomenclatura legale, “fa parte della famiglia” rivendica Marta con la voce strozzata. Purtroppo in Italia, a differenza di altri paesi, la normativa non è attenta all’evoluzione dei costumi che ha portato nelle case del Belpaese suini di ogni risma. C’è però dal 1987 una Convenzione Europea per la protezione degli animali da compagnia che intende per tale ‘ogni animale tenuto dall’uomo, in particolare presso il suo alloggio domestico, per suo diletto e compagnia’ senza limitazioni di specie. Peccato che non abbia forza legislativa. Ciononostante l’autorità sanitaria ha dimostrato particolare sensibilità, distinguendo Missy dagli ordinari ‘animali zootecnici’ destinati alla macellazione e, con l’espediente circense, è riuscito a riconoscere la specialità del rapporto con i suoi padroni. “Se garantiamo la biosicurezza, escludendola da qualsiasi contatto con capi contagiati, potrà continuare a vivere insieme alla sua famiglia”, annuncia felice Marta.