Sabato scorso al Mocca, durante la partita contro il Benevento (poco prima della mezzora), quando eravamo ancora sullo 0-0 è partito un coro dalla Nord nel quale si “invitava” la Società a mettere mano al portafoglio in vista del mercato che si chiuderà fra pochi giorni. Ce l’aspettavamo. Un coro di quel tenore, peraltro ingrato nei confronti di chi stava giocando in quel momento con la maglia grigia, era nell’aria. Poi s’è andati in vantaggio grazie a Lunetta e, fortunatamente, la litania non è stata replicata. Ce l’aspettavamo perché in settimana erano stati tanti i tifosi coi quali, come al solito, avevamo parlato e, dopo aver letto le tendenze sui social, eravamo arrivati alla conclusione che allo stadio si sarebbero esplicitate rumorosamente queste perplessità. Un sentire comune quindi, ispirato, almeno su questo i miei interlocutori erano tutti d’accordo, da quattro o cinque storici sodali di Artico, un sentire per cui gli sportivi mandrogni si sono fatti (o gli è stata fatta passare) questa idea: il DS avrebbe molti colpi interessanti in canna ma patron Di Masi, magari attraverso i suoi storici collaboratori, nicchia. Che Artico sia abituato a giocare su più tavoli è cosa arcinota fin dai tempi di Iacolino, una delle sue prime vittime. Che il tavolo preferito del DS poi sia il suo è altrettanto provato. Che Artico infine costruisca le squadre col Panini in una mano e certi procuratori al cellulare nell’altra è un’altra realtà incontrovertibile. Ma è possibile che nessun giornalista o critico sportivo mandrogno tenti di stanarlo alla luce di queste ambiguità che fanno male a tutti e non fanno bene a nessuno?
Chiuso per il momento il discorso su Artico e sul codazzo dei suoi cantori curvaioli, passiamo a un altro aspetto davvero fastidioso e portatore di inutili tensioni: ci sono sedicenti tifosi che stanno prendendo per i fondelli il nuovo arrivato Coccolo per il cognome che si presta a giochini di parole che sarebbero banali anche in un asilo infantile. E poi questi attacchi personali continui, violenti e immotivati nei confronti di Michele Marconi da parte di certa tifoseria sono diventati frusti: ma non sarà che ci siano ragioni squisitamente personali da parte di alcuni tifosi nei confronti di questo ragazzo e che altri scemi siano solidali con questi dementi per motivi che col calcio non c’entrano un cazzo? Dalle nostre parti tutto è possibile. Potevo finire senza un accenno alle minchiate scritte da Penna Cadente? No di certo. Nell’intervista a Di Masi pubblicata sul solito fogliaccio illeggibile il 18 gennaio scorso la nostra impareggiabile punta di diamante della critica sportiva alessandrina fa la scheda tecnica di Coccolo, nuovo arrivo in Grigio, scrivendo. “Il difensore arriva in prestito dalla Juventus dopo una prima parte di stagione alla Spal […] centrale, piede destro, al Moccagatta è di casa, ecc. ecc.”. Cara immarcescibile Penna Cadente, se intendevi comunicare all’orbe terraqueo che Coccolo è dotato di due piedi come tutti gli altri calciatori potevi fare a meno di specificare questa caratteristica piuttosto consueta per chi pratica questo sport. Se invece intendevi dire che Coccolo è un destrorso hai come al solito toppato clamorosamente perché il ragazzo è mancino e sappiamo quanto mancasse nel nostro organico un difensore centrale mancino. Se la tua professionalità è questa, cara Penna Cadente, andiamo bene. Ma non finisce lì: nel pezzo di commento della partita di sabato scorso sul sito on line, con tutto quel che c’era da dire in merito alla vittoriosa prestazione dei Grigi, te la sei cavata con “4 righe 4” sul dato tecnico e per 14 righe hai invece parlato del nostro pubblico così caloroso e presente, come se fosse stato il pubblico a vincere la partita. Sarebbe anche come dire, quando andiamo a leggerci la recensione di un film, che il critico commentasse l’opera in due righe ma parlasse nel suo articolo delle doti di mente e di cuore del pubblico presente in sala, magari citando gli spettatori uno ad uno.
Come se non bastasse il 3 agosto scorso Penna Cadente, sempre lei, ha scritto su un sito illeggibile: “Dopo tre stagioni Michele Marconi torna all’Alessandria. E diventa anche una bandiera, cioè un giocatore che, avendo militato per almeno 4 stagioni nella stessa società, non è conteggiato nei 18 Over 23 previsti dal regolamento per le rose di Serie B”. Al di là della scassata sintassi (ma che studi hai fatto, che professori hai avuto?) anche stavolta ha scritto una balla grossa come una casa: Marconi non è considerato “giocatore bandiera” perché il regolamento impone che le 4 stagioni nella stessa società occorrenti per acquisire quello status siano consecutive mentre Marconi ha interrotto la continuità andando a giocare a Lecce in prestito per 6 mesi. La cosa è di stretta attualità visti i problemi che abbiamo con gli over a tappo in organico. Magari Marconi fosse un “giocatore bandiera”, in realtà lo è solo per Penna Cadente grazie alla superficialità e all’ignoranza dei regolamenti che la contraddistingue. Ci chiediamo: visto che nella vita, oltre che andare in trasferta e occupare furiosamente e compulsivamente i social, fa solo la cronista sportiva ci aspetteremmo da lei ben altra attenzione e preparazione specifica. Ma per l’Alessandria Calcio Penna Cadente e quelli che la fanno scrivere senza un minimo di controllo sono suoi media-partner.