Novi Ligure – In Cina, nel 2017, per fermare l’epidemia di Psa furono uccisi oltre 300 milioni di capi, che è un numero importante che la dice lunga sulla pericolosità del virus Peste Suina. Dopo il ritrovamento del cinghiale morto di peste suina a Ovada il 6 gennaio, la zona tra Novi Ligure e Genova, la tradizionale Liguria piemontese, è diventata per decreto congiunto dei ministro della Salute Roberto Speranza (siamo a posto) e quello delle Politiche agricole Stefano Patuanelli una grande zona rossa nel territorio di 114 comuni tra le provincie di Genova, Savona e Alessandria. Per sei mesi i boschi vi sono divieti che le regione Liguria e Piamonte faranno rispettare severamente anche per preservare il mercato italiano legato agli allevamenti di suini che vale, solo qui da noi, ben 6 miliardi di euro, lo 0,2% del Pil nazionale. In tre settimane i veterinari dell’Istituto Zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, saranno in grado di dire fin dove è arrivata la Peste suina africana. Da dove è arrivata invece si sa che ha cominciato nei Balcani, poi si sono accesi focolai in Belgio e in Germania. Noi eravamo pronti e stavamo facendo il monitoraggio. È un ceppo diverso da quello presente in Sardegna e ormai endemico tra i suini dell’isola, è molto resistente e può sopravvivere anche un anno sul terreno, ma sembra che per gli uomini e per tutti gli altri animali non sia pericoloso. Si prevede che per gli abbattimenti degli esemplari che potrebbero essere stati colpiti dal virus moriranno almeno diecimila cinghiali. Al momento altri casi accertati sono a Isola del Cantone, Ronco e in buona parte della Valle Scrivia. Squadre specializzate andranno nei boschi adeguatamente attrezzate (gambali, tute e guanti di gomma) a cercare le carcasse. La stima che fanno gli esperti è di dieci ungulati morti ogni animale deceduto a causa della peste suina. Ci sono già quattro casi accertati per cui si dovrebbero trovare quaranta carcasse. Ma non è facile per la particolarità del nostro territorio. Con una lettera firmata dal presidente Giovanni Toti e dal vicepresidente e assessore all’Agricoltura, Alessandro Piana inviata al governo, la Regione Liguria chiede un tavolo permanente di monitoraggio con le altre Regioni interessate per capire quanto costerà il lockdown dei boschi. A chiedere un commissario straordinario è il parlamentare Federico Fornaro, ex sindaco di Castelletto d’Orba (nella foto) oggi capogruppo di Leu alla Camera: “Bisogna coordinare i vari enti e trovare risorse per ristorare le perdite di chi vive nell’entroterra”.