Dicevo? Ah sì, l’ultima volta che ho scritto non s’era ancora giocata l’amichevole di Monza a porte chiuse, Longo non aveva ancora parlato in conferenza stampa del mercato appena aperto e delle sue aspettative ma, soprattutto, Di Masi non aveva ancora rilasciato interviste ai “soliti noti”.
Lasciando perdere quello che scrivono sui social certi idioti cronici facenti parte di certa tifoseria, quello che ha detto mister Longo mi sembra degno di attenzione, pur restando il dubbio che i vertici dei Grigi si parlino per giungere a sintesi condivise. L’impressione è invece quella che ciascuno di loro vada per la sua strada nel tentativo di pararsi il culo.
In sostanza non c’è niente di nuovo sotto il sole, salvo che l’immortale Penna Cadente ha finalmente fatto una cronaca sufficientemente comprensibile d’un match, per il solo motivo che l’amichevole contro il Monza non l’ha vista, riducendosi a un maldestro (bisogna essere capaci anche a copiare) copia-incolla di quanto riportato sul Sito Ufficiale del Monza. Per la carità!
Tornando a noi, l’intervista rilasciata da Di Masi poche ore fa mi fa pensare sui tempi (siamo a metà mercato) e sul modus operandi (non è diritto penale) perché il Presidente non ha scelto di fare una conferenza stampa ma ha rilasciato due interviste identiche (concordate dai soliti noti nescienti). Magari qualche giornalista degno di questo nome avrebbe chiesto qualcosa in più per approfondire i temi, cosa che i due “giornalisti” si sono ben guardati di fare. Tanto valeva emettere un semplice comunicato stampa.
Di Masi ha detto sostanzialmente che per Alessandria questa B è grasso che cola, che noi non siamo e non possiamo più essere una big come succedeva in C e che, per esempio, non possiamo competere economicamente con Lecce, Parma o Brescia. Perché?
Di Msi dice che se fossimo in Serie A, saremmo lo Spezia e non certo la Lazio. Cari tifosi mandrogni, rassegnatevi!
Lo diciamo senza peli sulla lingua: in Serie B ci sono almeno 5 club che hanno speso meno di noi di cui 3 sono davanti a noi in classifica.
Patron Di Masi ha perfino detto che il modello sarebbe il Cittadella (il sogno di ogni presidente: spendere poco e vincere tanto) ma sa pure che per raggiungere certi exploit bisogna lavorare per anni con collaboratori capaci che credono in quello che fanno.
Aggiungo che dietro un’Alessandria in B ci vuole una città di livello che la smetta di essere un borgo di commercianti ignoranti che la sanno lunga, una città che annoveri ben più dei soliti mille abbonati, gli stessi che si facevano in C. E poi, se i nostri giornalisti, giusto quelli premiati dal Presidente, pubblicano di possibili arrivi di giocatori fuori dalla nostra portata (Iago Falque, Canchellor, Rincon ad esempio) vuol dire che non hanno idea di cosa sia il calcio professionistico, la Serie B.
Quando poi il DS si mette a parlare al bar circa l’inadeguatezza dei suoi vicini di scrivania e dei suoi inascoltati consigli, la frittata è fatta, col mister costretto ad andare avanti per la sua strada rendendosi conto che la gestione societaria fa schifo.
In effetti il DS aveva occupato il secondo scranno societario pensando di poter spendere a pie’ di lista e, quando le cose non avessero funzionato, spendere altrettanto per rimediare ai propri errori, il tutto col beneplacito d’una tifoseria rimbambita da Penna Cadente.
È un quadro desolante, lo so, dove alla fine a pagare, in tutti i sensi, sarà solo Di Masi.
E mi chiedo come sia possibile che in questa città la colpa di tutti i mali ricada sempre sulla stessa persona.
Se così fosse vuol dire che Artico non conta un cazzo per cui non deve fare il DS ma il fattorino.
E va da sé che se non condivide il nuovo progetto di gestione o non si sente all’altezza di metterlo in pratica se ne deve andare. Se invece rimane saldamente al suo posto dovrebbe difendere chi lo paga e chi lavora accanto a lui.
Tra l’altro è bene ricordargli che DS disponibili a prendere il suo posto ce ne sono a bizzeffe, mentre mancano imprenditori disposti a tenere all’onore del mondo e in categoria questa Società come fa Di Masi.
Per dirla tutta caro il nostro Fabione, se dobbiamo proprio fare a meno di qualcuno pensiamo che sia tu a dover fare le valigie.
Ne riparliamo dopo la chiusura del mercato.
E che Dio ce la mandi buona.