Anno nuovo, vita nuova! Cosa abbia trascinato Penna Cadente fuori dalla finestra la notte di S. Silvestro non è dato a sapere, probabilmente s’è trattato di qualcosa di molto pesante cui era molto affezionata. E, assieme a quello, è precipitato pure quello straccio di credibilità che da giornalista sportiva – si fa per dire – aveva ancora, quella che durante una carriera… “piccola” s’era assicurata grazie alla Società e a un nugolo di tifosi mandrogni che non volevano vedere, né sapevano guardare un dito oltre il proprio naso. I fatti: il 31 dicembre scorso un sito illeggibile pubblica un’intervista rilasciata “davanti al caminetto” del “Grande Capo” a un altro “Grande Capo”, il DS dei Grigi, Artico. Un’intervista tipica di Penna Cadente quando deve far passare merda per cioccolata: domande di circostanza, chiaramente concordate, con risposte di circostanza… concordate, dove ogni parola è concordata per cui al lettore resta una sola lettura, quella… concordata. Per smascherare la truffa mediatica sarebbe bastata una domandina semplice semplice, cioè questa: “Il nostro Ds, oltre a pensare a nuovi arrivi, chi pensa di cedere nel mercato di gennaio, visto che di legna verde ne abbiamo da vendere… appunto”? L’inevitabile replica, farfugliata perché non concordata, avrebbe svelato che l’Alessandria Calcio è paralizzata. E quando gli sgherri del DS, attraverso i social, tentano di spostare l’attenzione e le responsabilità su una proprietà da loro recepita come sparagnina, si dimenticano di scrivere che questa società si è svenata per andare in B ma, dei tanti soldi spesi, noi in campo ne vediamo si e no la metà. Questa semplice verità la scrivo dal giugno scorso, all’indomani del trionfo agli spareggi, e non mi sembra che la cosa sia stata raccolta e analizzata. Ebbene il primo giorno dell’anno Penna Cadente, sempre sullo stesso sito, pubblica un nuovo ponderoso articolo in cui contraddice tutta la linea assunta e perpetrata (anche attraverso difese d’ufficio imbarazzanti, cose non dette nonostante l’evidenza, storpiature e omissioni d’una realtà chiara come il sole) da quando Artico è diventato DS dei Grigi a “furor di popolo”… Si fa per dire. Nell’ennesima lenzuolata Penna Cadente si rifà a Moreno Longo e alle impellenti necessità di migliorare l’organico. Proprio lei, quella che a fine partita, a Lignano, in occasione della sconfitta patita contro il Pordenone, aveva scaricato le responsabilità sul mister, reo di non aver “preparato la partita per bene”. Cosa sia successo in questi ultimi due giorni per indurla a sposare, nella sostanza e nella forma, quello che Cichinisio va dicendo su queste colonne da mesi? Non lo so, ma una cosa è certa: quello che il Grande Capo sosteneva prima, era strumentale. La svolta di Capodanno? Strumentale pure quella, come ogni cosa che scrive lei. Il Grande Capo è da sempre, in realtà, anche lo Sciamano della tribù, capace d’annusare l’aria e assecondare la corrente che al momento sembra prevalere. In tanti anni infatti non l’abbiamo mai vista, neppure una volta, neanche per sbaglio, difendere un mister in difficoltà o appoggiare un dirigente inviso alla piazza. Ultimamente, per esempio, con Scazzola e Artico ai ferri corti, s’è messa dalla parte del DS, allora il più forte. Ora invece sembra aver scelto come punto di riferimento il mister, e il DS, alla vigilia d’un mercato problematico e con gli sportivi mandrogni che lo aspettano al varco, è messo sotto osservazione col ditino alzato. D’altra parte il suo animale di riferimento non è il leone, il drago o il toro come spesso succede ai numeri uno, ma il millepiedi, per cui anche rimettendoci qualche piede non si cade, potendo dimostrare di essere sempre dalla parte giusta. Ma qui non ci sono parti giuste o sbagliate, a volte chi decide sbaglia, e sbaglia pure chi si trincera dietro il motto: “Coi Grigi nel cuore”. Nel calcio, soprattutto a certi livelli, non basta chi grida più forte e che gli altri gli diano ragione. Il campo è il giudice supremo, poi vengono la professionalità, la lungimiranza, la fantasia e le capacità di dirigenti, tecnici e giocatori. Persino l’onestà in questo micro mondo non è un valore se non accompagnata dalla capacità di portare a termine il proprio compito. Ammetto che , di primo acchito, quando ho letto “la svolta epocale” di Penna Cadente m’è venuto un dubbio, per cui se adesso il Grande Capo scrive le cose che scrivevo io sei mesi fa non sarà che ho sbagliato pure io? Forse no, ma è meglio che Penna Cadente faccia la cosa nella quale riesce meglio: l’agente turistico grazie ai reportage di viaggio delle avventurose trasferte dell’allegra compagnia d’una cinquantina di tifosi-turisti che seguono la squadra dappertutto. E quanto al calcio pensato, organizzato e giocato, è meglio che lasci perdere, non è roba per lei, come non la è per i suoi editori, il suo direttore e i vari capi redattori.