È arrivato il tempo degli auguri e dei bilanci anche per il calcio alessandrino. L’anno solare 2021 è stato per L’Alessandria un anno fantastico: una promozione in B che a gennaio sembrava poco più di un sogno e che invece si è materializzato a giugno. Diciamo grazie a Di Masi per tutto ciò perché ha avuto il coraggio di intraprendere un percorso che non aveva basi più che solide e al quale è seguito un girone d’andata in cadetteria che, se non è ancora in linea perfetta con l’obiettivo salvezza, ci sta vicino. L’ingaggio di Moreno Longo a inizio 2021 è stata la chiave di volta e, riteniamo, pensato, voluto e soppesato dal Presidente in persona, come succede quando si tenta di dare una svolta epocale alla propria azienda. Longo, sia per la situazione nella quale era sopraggiunto sia per l’investimento economico e temporale che rappresenta, è un plus formidabile rispetto ai nomi a cui Di Masi era abituato e la sua figura è la prova provata che, quando ti affidi a grandi professionisti, è possibile costruire autentiche imprese sportive. Poi Longo ha fatto il suo e un po’ di più, trasformando un coacervo di piccoli orticelli individuali in una squadra vera e propria con una spiccata personalità collettiva. I chiari di luna di questi giorni invece non promettono nulla di buono: il Covid è tornato sulla scena e la capienza degli stadi sarà ridotta al 50%, così ritorna centrale il ruolo di chi, per professione e titoli, ci dovrebbe raccontare la partita e la storia di questa stagione strategica per noi alessandrini e per il futuro del Club. Che Dio ce la mandi buona ma ci contiamo poco. La recrudescenza del Covid poi, aldilà dello stop forzato di due giornate, è una mina vagante perché imprevedibile e in grado di colpire a casaccio squadre e organici e non tutti pagheranno lo stesso prezzo alla pandemia. Altra delusione è stata Alessandria nel suo complesso: assente, sbadata e malfidente, non ha aiutato certo l’avventura in cadetteria dei Grigi che, se interpretata in modo più costruttivo e fantasioso, potrebbe rivelarsi persino un momento di rilancio del territorio. Tutto bene invece per quel che riguarda il pubblico che, nonostante le prime cinque sconfitte iniziali settembrine, non si è scoraggiato e ha creduto nelle capacità della squadra a risollevarsi. Se da una parte il tifoso e lo sportivo mandrogno sono sicuramente da elogiare dobbiamo anche sottolineare che la figura incombente del DS ha funzionato come “buttadentro” e longa manus per la pax sociale. Una novità positiva invece potrebbe arrivare nel caso in cui la Salernitana venga esclusa dal campionato per le note ragioni di appartenenza già a gennaio e ripartirebbe a luglio dalla C. Nel caso, dalla B alla C retrocederebbero solo 3 squadre anziché le 4 da regolamento e questo particolare ci regala una speranziella in più. Altro tema caldo: il mercato di gennaio. Durante il girone d’andata un po’ tutti hanno chiesto a gran voce rinforzi adeguati ad affrontare il ritorno con qualche possibilità in più di centrare la salvezza. Artico il DS ha rilasciato ultimamente tre interviste. Nella prima, a una trasmissione locale su FB, ha discettato sul mercato imminente come un filosofo. “Mercato delle occasioni” ha così definito il mercato invernale, mentre quello “delle scelte” sarebbe quello estivo. Sarà, ma andate a chiedere, per esempio, ad Ascoli: la stagione scorsa di questi tempi era virtualmente retrocesso e poi si è salvato a giugno grazie proprio ai rinforzi di gennaio che hanno trasformato l’organico bianconero e sentite cosa vi dicono. Nella seconda intervista invece, pubblicata dal sito “Di Alessandria” (noi, al contrario di certe penne ormai decadenti che se la tirano, citiamo anche le fonti), oltre il vuoto pneumatico comune che regna sovrano, tira fuori la novità che quello imminente sarebbe un “mercato lento”. A parte il fatto che il nostro DS ultimamente si senta un po’ l’Adriano Celentano della Fraschetta ci piacerebbe sapere se pure le nostre dirette concorrenti per la salvezza la pensano così. Se pure loro saranno “lente” diventerà non un calcio mercato ma il “Palio delle Tartarughe”. Se qualcuna di loro invece deciderà di essere “rock” allora… son cazzi. Ma l’intervista più completa è quella pubblicata oggi, 31/12/21 su Alessandria News a cura della penna più cadente del Piemonte. A parte la solita fuffa e la reiterazione di concetti parafilosofici già espressi in precedenza, si fanno alcuni nomi: per esempio quello di Bellodi, ragazzotto in prestito dal Milan, difensore di piede destro, il quale in un anno e mezzo ha alle spalle una decina di presenze in C, e certo non memorabili, la passata stagione. Pensierino di San Silvestro: ma il nostro DS pensa davvero che sia questo ragazzo il nostro jolly nella manica per il girone di ritorno? Coccolo, ex Juve Under 23 è difensore mancino in uscita dalla Spal: detta così… magari! Quanto al vieppiù citato Dini (difensore centrale sinistro di piede), stando ai manuali di recupero infortunati in vigore, dovrebbe già essere sgambettante in campo da mo’ dopo l’infortunio patito la scorsa primavera, ma qualcosa nel recupero è andato storto (colpa sua, colpa degli addetti al recupero non è dato a sapere). Ma Dini, ammesso e non concesso che ridiventi giocatore a stretto giro di posta, adesso è fuori rosa per cui, per essere reintegrato, se ne deve andare uno dei tanti over inutilizzati. E questo potrebbe essere il vero ostacolo insormontabile relativo all’arrivo di rinforzi: la situazione numerica disperata dei giocatori non under in organico, cosa da noi già evidenziata centinaia di volte ma che qui si fa finta di non conoscere. La vicenda è il classico vicolo cieco in cui si è andato a cacciare il DS sua sponte, e che adesso obbliga la società ad andare incontro a cessioni sanguinose di giocatori che non interessano nessuno. Se vuoi liberarti invece di elementi appetiti da altri club è chiaro che vai ad incidere sulla carne viva di una rosa che ha bisogno di rinforzarsi e completarsi e non certo di indebolirsi. Una situazione che è una minchiata sferica radiale, studiata e voluta dal responsabile tecnico sportivo mandrogno che si è andato progressivamente a chiudersi all’angolo da solo. Questa sarebbe secondo noi la verità di base di queste incertezze e di questo fare circospetto di Artico il quale, astutamente, lascia credere che certi impasse siano invece da attribuire ad una società capricciosa e isterica. Della serie: “Io avrei fatto e farei questo e quello ma non mi mettono in condizione di farlo”. Se fosse vero, aggiungiamo noi, avrebbero dovuto tenere questo atteggiamento anche quando Artico ha ingaggiato in estate Palombi pagando un botto il cartellino e concedendogli un triennale da paura. Orbene, nella fattispecie, non c’era bisogno di aver passato gli esami a Coverciano per farti venire il sospetto che quel giocatore, mai confermato in sette società e categorie diverse, aveva le stigmate della classica “promessa mancata”: bastava leggere su Internet età, curriculum giovanile, carriera professionistica, ingaggi e presenze del ragazzo per capire che, per fare un investimento così determinante e prolungato nel tempo, non pareva certo il prospetto ideale. Poi è vero che nel calcio i disastri e i miracoli spesso non si fanno annunciare ma proviamo a fare le cose benino poi… Adesso in coda un sincero grazie, anche da parte dell’Editore, ai lettori che seguono questa rubrica dal suo esordio estivo e i lettori consolidati in questi mesi hanno raggiunto numeri insperati. Forse il Guennone, direttore ed editore di questo sito, ha avuto coraggio e fiuto a individuare Cichinisio come commentatore dell’epopea Grigia quanto Artico ad individuare giocatori alla bisogna (cosa grave per un DS dal Cuore Grigio, come scrivono certi suoi ammiratori sui Social…) Una cosa però Guenna sapeva prima dell’incarico: che Cichinisio avrebbe detto e scritto dei Grigi andando (o tentando di andare) alla radice dei problemi, atteggiamento in questa città poco praticato dai media locali, ma che qualche lettore (neanche tanto pochi) comincia ad apprezzare. Auguri di buon 2022 a tutti, Artico e Penna cadente compresi… ça va sans dire.