Il XVII turno di B: giornata trionfale per i Grigi: a due turni dalla fine del girone d’andata l’Alessandria ha inanellato 17 punti, quindi un punto a partita. Mancano ancora, almeno secondo il nostro conteggio un po’ ruspante, 0.2 punti a partita (quindi 4 punti per eccesso) per ritenerci al momento virtualmente salvi con quei 4 gol segnati al Granillo che alla fine potrebbero pesare come un macigno per la differenza reti. Ma siamo alla vigilia di una lunga sessione di mercato che potrebbe far saltare equilibri che sembrerebbero immutabili (ricordare l’Ascoli nella stagione scorsa). Inoltre ci sono squadre che hanno già fatto parte della spesa di Natale per poter contare, alla ripresa dopo la sosta invernale, su calciatori pronti e già inseriti nella nuova realtà. Ci pare che qui da noi la lezione del dopo-Cremona (l’orgia di sciagurato ottimismo che ha preceduto due improvvidi scivoloni) qualche segnale sia stato colto e i toni trionfalistici tipici di un 4-0 in trasferta nel dopo partita di Reggio sono stati più misurati. Diciamo che, guardata attentamente, si evince che questa squadra è tutt’altro che irresistibile dal punto di vista della qualità, della tecnica e della prestanza fisica ma ha valori eccellenti quanto a concentrazione, spirito di sacrificio, tendenza da parte dei ragazzi a far gruppo e aiutarsi fra loro. Sul fatto che qualcuno abbia parlato pure di una vendetta perpetrata dai giocatori reggini nei confronti di Aglietti (la faccia del mister reggino in panchina inquadrato in primo piano dalle telecamere era tutto un programma) ci affidiamo a chi era sul posto ad assistere dal vivo all’impresa e nessuno ha scritto nulla in proposito, quindi… Una cosa è parsa a noi: se i nostri giocatori al Granillo hanno fatto tutto quello che era nelle loro possibilità secondo i desiderata del loro allenatore diciamo che ci è sembrato che altrettanto non lo possiamo dire per i Granata i quali, almeno domenica scorsa, hanno dimostrato che di Aglietti non gliene fregava niente, anzi. E dispiace che chi di dovere non abbia riportato e sottolineato la scelta fatta il giorno prima della partita in oggetto dalla Società calabrese che ha giubilato il DG e reintegrato in quel ruolo fondamentale un personaggio calcisticamente e storicamente dotato di grande carisma in città: che ci fossero “le mosche nei fidellini” a Reggio non è un’opinione ma un fatto accertato, quindi.
C’è poco da girarci intorno: a casa nostra Longo sta facendo un lavoro eccellente nella zucca e nell’atteggiamento dei suoi ragazzi. L’ex Toro si è rivelato un leader carismatico, con la maggioranza dei suoi disposti a saltare nel cerchio di fuoco se solo l’allenatore lo chiedesse. E poi bando al politically correct: lo sport, e il calcio in particolare, non si piegano all’applicazione dei principi fondanti della democrazia o della Rivoluzione Francese. I valori di Voltaire e soci hanno cambiato il mondo ma nel calcio si fermano sulla porta dello spogliatoio, anzi, un po’ prima: uno decide e gli altri pedalano, allineati e coperti, solo così il giocattolo funziona. La notizia vera dopo la XVII giornata è che abbiamo passeggiato a domicilio di una squadra che, almeno sulla carta, è recepita come più dotata della nostra, quindi si sta ripetendo l’impresa targata Longo che la passata stagione ci ha portato insperatamente in B. E se Longo è un talebano, non lo è certo quanto a moduli o filosofie di gioco. Non ci troviamo davanti al solito spocchioso “maestrino” dedito a intortare dirigenti, tifosi e giornalisti bensì a un professionista che mette al centro del suo impegno il rapporto gioco/risultato. Finora è riuscito ad ottenere il massimo delle potenzialità della squadra: il sogno nel cassetto di ogni allenatore, anche strambando rispetto al suo modulo preferito (il 3-5-2) per sposare le marcature all’italiana. Da mò l’Alessandria risulta, almeno per gli addetti ai lavori di categoria che ascoltiamo abitualmente, la compagine in categoria più rognosa da affrontare dal punto di vista tattico e dell’atteggiamento. Ci chiediamo invece se “bucassimo” pure il mercato di Gennaio cosa potremmo aspettarci. Infatti, l’esperienza ci insegna, abbiamo visto allenatori che retrocedono pur lavorando bene o vincere campionati senza meriti. State certi però che nel mondo del calcio quelli bravi vanno avanti perché gli addetti ai lavori e le teste pensanti sanno che “oltre la classifica c’è di più”. Considerazione d’attualità perché, secondo noi, se a febbraio Longo si trovasse a dover gestire un mercato casuale e/o raffazzonato, si potrebbe permettere di andarsene, lasciarci orfani e rinunciare a un anno e un pezzo di contratto ancora in essere, tanto tutta l’Italia del calcio sa quanto Longo sarebbe in grado di fare di buono anche lontano da Alessandria. Passiamo a un altro argomento: Gigi Buffon. Premesso che è una figura di uomo che non ci fa certo impazzire quanto ad abitudini e idee politiche estreme, il Gigi nazionale è un pezzo di storia del calcio italiano e il fatto che giocherà al Mocca in campionato nel fine settimana riteniamo sia un privilegio che, fino a pochi mesi fa, “era follia sperar”. Ci auguriamo che durante la partita contro il Parma non sarà insultato e sputacchiato dalla curva come un Vettore qualunque (ricordate l’episodio del portiere del Prato anni orsono?). Riuscissimo, attraverso un comportamento educato e rispettoso, a far conoscere non solo la nostra civiltà ma pure una cultura sportiva e un amore per il calcio la cosa sarà apprezzata non solo dal calcio nostrano ma dal mondo intero e, nel contempo, sarà la prova che questa categoria ce la meritiamo e non solo per i risultati che la squadra raccoglie. Adesso alcune considerazioni che sappiamo già solleveranno un vespaio ma che sono puramente legate alla comunicazione sportiva, come sempre. Premessa: Vincenzo Cammaroto, ex difensore dell’Alessandria in Serie D e C, è diventato negli anni idolo delle folle mandrogne e, essendo una gloria locale riconosciuta, ha ricevuto particolari attenzioni da parte di certa stampa, educata a “legare l’asino dove vuole il padrone (inteso come tifoso)”. Nonostante lontano dal Mocca la carriera di calciatore di Don Vincenzo sia stata poca roba in tanti sui social consigliavano di avvalersi nell’organigramma societario di una sua sopposta professionalità determinata dalla più classica delle ragioni idiote: il “cuore grigio” dell’ex stopper in questione (per l’occasione pare si sia scomodato pure un cardiologo di fama per certificare l’assunto). Tra l’altro nessuno ci ha mai spiegato, neppure il suo agiografo ufficiale, perché la Società aveva deciso un bel giorno di “degradarlo” da capitano, iniziativa singolare e applicata da un club solo nei confronti di chi l’aveva fatta fuori dal vasino. Nell’estate scorsa il buon Vincenzo torna prepotentemente all’onore delle cronache sportive locali grazie alla nostra giornalista-sindacalista la quale ci informa, attraverso le sue lenzuolate, con orgogliosa puntualità che il nostro ex capitano (nonché suo ex confidente…. un mondo fatto di ex) stava bruciando le tappe della carriera di mister in fase di decollo. In qualità di aiuto di tal Tabbiani infatti lo stopperone ligure stava dominando il suo girone di Interregionale con il Fiorenzuola. Il giornale più locale d’Italia citava spesso quindi il vicemister come se il Fiorenzuola fosse un club della provincia di Alessandria. Il nostro ex capitano coraggioso, per l’occasione, era stato pure intervistato e le vicende della compagine emiliana erano seguite passo passo. Tabbiani vince il campionato ed è confermato in C sulla panchina emiliana mentre sulla carriera del Camma, non confermato in Emilia, (lo diciamo noi), ci aggiorna la Nostra con puntualità svizzera: diventa (stavolta) titolare di una storica panchina di serie D in quel di Sestri Levante (per chi non lo sapesse si gioca a calcio pure lì, in un impianto, se non è stato ultimamente ristrutturato, che ricordiamo inadeguato anche per i tornei estivi fra stabilimenti balneari). Una vicenda che ci starebbe bene in un’ipotetica rubrica: “i mandrogni (d’adozione, in questo caso) che fanno fortuna”. Diamo atto che il giornale locale ci ha risparmiato la pubblicazione della foto di rito del Mourino “de noiartri” mentre firma il contratto con la società ligure, con tanto di faccioni sorridenti e lui con la piuma in mano, mentre su FB compaiono invece like come se piovesse (strano, no?). Poi ancora qualche accenno sull’avventura dell’ex nostro stopper a Sestri Levante e, all’improvviso, di Cammaroto non se ne sente più parlare. Questo sipario calato su uno dei nostri talenti più rappresentativi (?) degli ultimi anni ci incuriosisce e veniamo a sapere che, da mercoledì scorso, il nostro “cuore grigio” è stato esonerato dopo lunga agonia tecnica: stavolta però tutti zitti e Mosca. Mosca nel senso dell’Agenzia giornalistica Tass che, ai tempi di Krushof, non informava ma scriveva solo quello che il popolo non poteva non sapere o doveva sapere. Niente di male, sia chiaro: se indossi il colbacco d’inverno o beve il the dal samovar sono cazzi tuoi. Curioso però: tanto spazio dedicato all’allenatore in seconda del Fiorenzuola e non una riga, per esempio, sul fatto che un nostro ex allenatore (non in seconda ma nel caso titolare) come D’Angelo (artefice di una promozione in riva al Tanaro), ha regolato il Lecce all’Arena Garibaldi e primeggia nella categoria nella quale militiamo pure noi. Forse D’Angelo, tra le sue pessime abitudini, non c’era quella di offrire pizze e birrette ai tifosi eccellenti e, a pensarci bene, magari neppure quella di tenere aggiornati certi giornalisti e certi tifosi (come faceva invece il suo DS Svicolone) sulle cose che la società non ci tiene far sapere in giro. L’attuale mister pisano si è rivelato come persona troppo professionale e quindi poco gradita a certi ambienti sportivi dove solo i piacionie compagni di merende riscuotono consensi. E poi, diciamola tutta: basta guardare la carriera di D’Angelo: ad Alessandria si evince che ha lavorato bene ma ha imparato poco, Cammaroto invece è il prototipo ideale del mito locale: cuore grigio (forse) e pappa e ciccia con i soliti noti. Invocazione: Di Masi ci pensi: un posticino per il suo antico capitano non riesce proprio a farlo saltar fuori? Farebbe felici in tanti, forse il suo DS, certamente il vostro e nostro giornalista di riferimento. Per chiudere momentaneamente il discorso vorremmo far sapere al mondo che siamo felici di sentirci a volte come Cupido. Infatti siamo diventati bersaglio su FB degli strali che un noto maschio Alfa, con il suo istinto di protezione tipico nei, ci mette in bocca parole mai scritte e neppure pensate per tutelare l’immagine della sua bella. Forse questo signore, peraltro a noi sconosciuto, non si rende conto di chi e di cosa sta parlando perché cooptato in un mondo a lui alieno, dove la polemica, senza trascendere sul personale, è ammessa dalla Convenzione di Ginevra in Europa e dal V Emendamento negli Stati Uniti. Ciò detto nulla autorizza questo principe consorte a… triturarci le palle via FB se solo imbastiamo una polemica calcistica contro chicchessia. Ma se proprio dobbiamo fare Cupido che scocca la freccia per permettere a cotanto gentiluomo di fare il Robin Hood con la sua Marion, noi la figura del bieco sceriffo di Nottingham ci siamo rotti i coglioni di interpretarla…: viva il calcio e chi, come il Maschio Alfa, può ancora permettersi di seguire i Grigi in trasferta! Quanto alle velate minacce del giornalista-sindacalista nei confronti di un nostro lettore che ha invitato su FB a leggere questo sito, può star tranquillo: non corre nessun rischio di cuccarsi una querela diretta o indiretta per così poco. Ma se questo è il rispetto che certi personaggi – che si fanno tra l’altro paladini di valori universali come se li avessero inventati loro- nutrono nei confronti del pluralismo e della libertà di espressione si facciano dare ripetizione dalla Boldrini di turno, vista la consueta frequentazione con il la Presidente(ssa), o Presidenta o come diavolo consiglia la Murgia, Emerita della Camera.