Tortona – Carlo Garrone, un agricoltore che oggi ha 80 anni, era stato condannato a 14 anni di carcere per l’omicidio della sorella, commesso nel 2014, ma per lui c’è stato un atto di clemenza da parte del Presidente Mattarella con la riduzione della pena di un anno e tre mesi. La grazia tiene conto dell’età e delle condizioni di salute del condannato che ha problemi di cuore. Gli rimarrà da scontare una pena non superiore a 4 anni di reclusione, limite che consente al Tribunale di sorveglianza di applicare l’affidamento in prova ai servizi sociali. I fatti risalgono al 17 settembre 2014 quando, nella vecchia casa di famiglia, nel quartiere Paghisano di Tortona, al culmine dell’ennesima lite con la sorella Michelina, maestra in pensione di 69 anni, Garrone ha impugnato il fucile e ha fatto fuoco uccidendola. Subito dopo averla uccisa l’agricoltore chiamò i carabinieri. Secondo quello che emerge dagli atti processuali le liti erano sempre più frequenti e la vita, per l’anziano agricoltore, era diventata un inferno. Dopo due anni di arresti domiciliari, scontati prima alla residenza sanitaria “Leandro Lisino” di Tortona e poi nella sua ex abitazione, messa a disposizione dai nuovi proprietari, Garrone finiva in carcere al Don Soria di Alessandria in quanto la Cassazione aveva respinto il ricorso dei difensori Francesco Casarin ed Elisabetta Bobbio, che avevano provato a far prevalere la tesi della provocazione. I legali aveva fatto subito istanza di grazia date le circostanze che vedevano il loro assistito in gravi condizioni di salute. I legali avevano anche chiesto che gli fosse riconosciuta l’attenuante della provocazione al fine di ottenere una diminuzione della condanna.
Oltre alla grazia per Garrone, Mattarella ha firmato ai sensi di quanto previsto dall’art. 87 comma 11 della Costituzione l’atto di clemenza per altre sei persone:
- Michele Strano, nato nel 1968, condannato a sei anni, due mesi e venti giorni di reclusione per il delitto di omicidio volontario commesso nel 2012, nel corso di una rapina ai suoi danni nella quale era rimasto ucciso anche suo fratello. Nel concedere la grazia di un anno di reclusione il Capo dello Stato ha tenuto conto del parere favorevole, formulato dal competente Procuratore Generale, e del percorso di riconciliazione avvenuto tra i familiari delle due vittime.
- Heinrich Sebastian Oberleteir, nato nel 1941, è stata concessa la grazia relativa alla pena dell’ergastolo, irrogata per la partecipazione ad atti terroristici compiuti in Alto Adige tra il 1966 e il 1967. Nell’adottare il provvedimento il Presidente della Repubblica ha tenuto conto del fatto che i suoi atti criminosi non hanno provocato decessi, del ravvedimento del condannato che, in una dichiarazione allegata alla domanda di grazia presentata dai figli, ha espresso ripudio della violenza e forte rammarico per le vittime di tutti gli attentati di quel periodo e per il dolore arrecato alle loro famiglie, della sua età, del parere favorevole del Procuratore Generale competente e del perdono concesso dalle due persone offese che è stato possibile interpellare nel corso dell’istruttoria, nonché della condizione di generale concordia da tanto tempo raggiunta a distanza da quella stagione.
- Francesco Domino, nato nel 1972, condannato alla pena di anni tre e nove mesi di reclusione per fatti di bancarotta fraudolenta commessi nel 2011, per il quale la pena è stata ridotta di dieci mesi. Nel valutare la domanda di grazia il Presidente della Repubblica ha tenuto conto del fatto che l’interessato vive e lavora in Belgio dove ha richiesto che venga eseguita la pena, ai sensi della disciplina della Unione Europea sul reciproco riconoscimento delle condanne emesse da altri Stati membri. Per effetto del provvedimento di clemenza, la pena scende al di sotto del limite che secondo la legge belga consente l’espiazione in regime non detentivo, limite più ristretto di quello vigente in Italia.
- Giuseppe Minisgallo, condannato per delitti associativi, al quale è stata concessa la grazia in relazione alla pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Il Capo dello Stato ha tenuto conto della circostanza che la pena detentiva è stata interamente espiata nel 2011, nonché del reinserimento sociale e lavorativo dell’interessato e del parere favorevole espresso dal competente Procuratore Generale.
- Cosimo Bruno, condannato per guida in stato di ebbrezza per fatti commessi nel 2009 e residente in Francia, al quale è stata concessa la grazia di tre mesi di arresto (ferma rimanendo la pena di 2.000 euro di ammenda). Nel valutare la domanda di grazia il Presidente della Repubblica ha considerato il tempo trascorso dalla commissione del reato e l’inserimento lavorativo dell’interessato all’estero.
- Cristina Langella, alla quale è stata concessa la grazia della pena di 450 euro di ammenda riportata per il reato di rifiuto di indicazioni sulla propria identità personale. Il Capo dello Stato ha tenuto conto della modesta gravità del fatto e del parere favorevole del competente Procuratore Generale.