Torino (Giulia Giraudo) – Vista la situazione drammatica delle Rsa piemontesi dovuta alla totale insensibilità dell’Amministrazione Regionale che ha disatteso tutte le richieste dei gestori (un aumento dei posti letto convenzionati onde permettere alle famiglie di ricoverare i famigliari a retta agevolata, una riapertura dei termini per i ristori pandemici che sono stati distribuiti in modo insufficiente, circa un decimo delle regioni vicine e secondo criteri incomprensibili – è pendente un ricorso al TAR, un adeguamento delle tariffe per poter pagare il contratto nuovo ai lavoratori) è probabile che molte Rsa, pur gestite col buon senso del buon padre di famiglia ma dimenticate dalla Regione che distribuisce sovvenzioni senza apparente logica, chiudano i battenti e rimandino a casa gli ospiti, se una casa ce l’hanno ancora. È una caporetto assoluta di cui il presidente Cirio e l’assessore Icardi dovranno rispondere prima o poi.
Ed è notizia dì questi giorni che la storica residenza San Carlo di Castellazzo Bormida (almeno 60 posti letto) struttura pubblica un tempo addirittura infermeria ospedaliera dotata di reparto di ostetricia, poi RSA completamente ristrutturata e modernissima, chiude mandando tutti i dipendenti in mobilità, mentre, sempre a Castellazzo, resta aperta la struttura ecclesiale del Gruppo Edos, la San Francesco.
Ma veniamo anche a sapere che strutture atipiche fanno affaroni senza fornire servizi e costringendo i malcapitati ospiti ad adire vie legali. La situazione è talmente drammatica che le quattro principali sigle sindacali delle Rsa hanno scritto a Cirio comunicandogli che se non vi sarà riscontro alle loro richieste “in data giovedì 16 dicembre 2021 alle ore 15,00 Vi verremo a consegnare le chiavi delle nostre Strutture”.
La situazione è drammatica e insostenibile se si tiene conto che, se dovesse accadere l’irreparabile, oltre 20.000 anziani finirebbero in mezzo a una strada.
Grida poi vendetta che a rimetterci in questo marasma regionale siano gli anziani e le strutture rette con correttezza e assoluta serietà, mentre altre risparmierebbero sull’assistenza facendosi pagare servizi che poi non danno.
Pubblichiamo a questo proposito le lettere delle associazioni di categoria e di uno studio legale torinese che chiede i danni derivanti alle mancate cure a un ospite.