Brescia (Roberta Amorino) – Arnaldo Caruso, presidente della Società Italiana di Virologia, docente di Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Brescia, ha dichiarato che la variante Omicron potrebbe segnare la fine dell’incubo iniziato nel 2020 a causa del Coronavirus. Alcune precisazioni, in merito a tale teoria, sono state offerte anche dal microbiologo Andrea Crisanto che ha dato buone speranze, con l’arrivo della variante Omicron, su una possibile liberazione dalla morsa che ha attanagliato il mondo. Ciò in quanto la variante Omicron è caratterizzata da un elevato grado di trasmissibilità, ossia può propagarsi molto velocemente tra gli uomini, ma al tempo stesso è connotata da sintomi lievi che qualcuno ha associato a un semplice raffreddore con lieve dolore alla gola.
Così concepita, la variante Omicron, finisce per adattarsi al corpo umano, invece di decretarne la fine. Ecco perché tale adattabilità potrebbe segnare un punto di svolta, permettendo al mondo intero di vedere la luce in fondo al tunnel.
Il professor Caruso, in un’intervista ad Adnkronos, ha chiarito, in termini molto semplici, il ”comportamento” del virus al quale finalmente conviene attuare una sorta di convivenza col corpo umano, non nuocendo più all’uomo in maniera letale come all’inizio della pandemia: ”Non gli conviene più eliminare l’ospite – ha detto lo scienziato napoletano – bensì conviverci”. In sostanza, è come se gli studiosi fossero in attesa di una sorta di ”adattamento” del virus, ciò che sembra stia accadendo con la variante Omicron. “Meno sintomi dà – ha spiegato Caruso -, più un virus ha la possibilità di trasmettersi, di continuare la sua corsa e di prevalere nella sua forma più contagiosa, più veloce ma più mite, su tutte le altre varianti”.