Torino (Massimiliano Sciullo de La Repubblica) – Sembra solo un “timbro” in più, peraltro doveroso perché contro i “furbetti”. Ma potrebbe avere effetti negativi notevoli (anche) per il mondo torinese e piemontese delle costruzioni. La parola appare complessa già al primo ascolto: “asseverazione”. In realtà porta con sé una ragione d’essere sacrosanta: è la garanzia che un professionista deve riconoscere alle spese messe a preventivo per ottenere i bonus fiscali per gli interventi edilizi di un cantiere.
Insomma, un giro di vite contro chi, ingolosito dalle agevolazioni, potrebbe aver gonfiato le spese da farsi poi scontare in un momento in cui i bonus facciata (90%) e quelli al 50% fanno gola. “La ragione di fondo è più che giusta e la condividiamo totalmente – dice Marco Razzetti, presidente del collegio edile Api Torino e del Collegio edile Piemonte – anche perché evidentemente qualcuno in questo periodo ha esagerato ed è giusto mettere un freno perché certi casi non si ripetano”. Ma quel che ha colto il settore del mattone in contropiede sono stati i tempi, non i contenuti. “Per quanto riguarda il Superbonus 110% non cambia nulla, perché il principio di asseverare le spese per cui si chiedono le agevolazioni è valido fin dall’inizio di questa misura. Ma per gli altri interventi con bonus minori la situazione è diversa, perché quando sono entrati in vigore non erano previsti”, sottolinea Razzetti. La spiegazione sta nel calendario: “Ormai siamo quasi alla fine dell’anno e non abbiamo ancora avuto spiegazioni e precisazioni sulle modalità con cui bisogna effettuare le asseverazioni. Questi bonus sono stati un vero toccasana per il rilancio del nostro settore, una grande opportunità. Ma se ora si decide di fermare il cavallo, devono anche spiegarci anche come farlo, in che maniera e con quali riferimenti normativi”. Anche perché, con l’inizio ormai imminente del 2022, le cose andranno a cambiare: il bonus facciata scenderà infatti dal 90% al 60%. Ed è immaginabile quanta fretta possa animare le attività di chi vuole completare tutto per tempo. “Basta guardare le strade delle città per comprendere quanti siano i cantieri e i lavori operativi, soprattutto per gli interventi sulle facciate”. Si stima che al momento, soltanto a Torino, siano attivi circa 1000 cantieri e di questi buona parte sono coinvolti dalla novità normativa delle asseverazioni. Come settore, in tutto il Piemonte si contano 64.000 imprese operanti nel settore dell’edilizia (33.500 in provincia di Torino), tra costruttori e indotto di varia natura. “Ma poi c’è un tema legato alla cessione del credito: queste nuove incertezze hanno di fatto bloccato tutto e, in queste pratiche, se si scivola oltre una certa data nella comunicazione dei documenti si rischia di vedere scalare i pagamenti anche di due mesi”, dice ancora Razzetti. Infine, ma non per importanza, pesa il tema della retroattività degli obblighi di asseverazione. “Anche su questo aspetto non c’è ancora chiarezza e il rischio di generare confusione e dunque bloccare nuove attività è forte – conclude il presidente del Collegio Edile-. Per noi addetti ai lavori dell’edilizia questi bonus sono preziosissimi e siamo assolutamente d’accordo nel porre un freno a chi non si comporta secondo le regole, ma è fondamentale che le spiegazioni non siano soltanto mediatiche, ma che entrino nello specifico, fornendo il dettaglio di come si devono comportare le aziende”. Il tema sta agitando anche gli artigiani edili di Confartigianato Torino: “Prevenire gli abusi e l’uso distorto degli incentivi del settore casa è indispensabile a tutela dei tanti contribuenti ed imprese che operano con correttezza. Ma l’urgenza dell’intervento, concretizzatasi in un decreto legge, blocca, di fatto, l’utilizzo delle detrazioni e delle cessioni dei crediti per lavori edilizi. Meglio sarebbe stato intervenire con un emendamento in legge di bilancio che avrebbe concesso più respiro a tutti gli attori in campo”, sottolinea la presidente di categoria Chiara Ferraris.