Sabato prossimo alle ore 14 al Mocca scenderà in campo la Cremonese per il XIV turno di Campionato di Serie B. Proviamo a saperne di più sui prossimi avversari che, a prima vista, sono accreditati come una corazzata in cadetteria. Cominciamo dal mister Pecchia, arrivato l’anno scorso a metà stagione per rilevare un deludente Bisoli. Pecchia, la stagione scorsa, non ha compiuto i miracoli sperati dal DG Ariedo Braida ma il suo lavoro è stato giudicato positivamente al punto da meritarsi la riconferma per questa stagione. Il DG dei grigiorossi è Braida, ex Milan e Barcellona e non ha certo bisogno di una scheda di presentazione. Il DS invece è una new entry per la categoria, Giacchetta, il quale aveva operato bene nell’Albinoleffe al punto da meritarsi in estate una scrivania così prestigiosa. Ma il Platini di questo Club è, una volta tanto, il dominus: l’ottantacinquenne Giovanni Arvedi che ha piazzato alla presidenza della Cremonese il commercialista Paolo Rossi (omen nomen?). Arvedi (ora Presidente Onorario della Società) è entrato nella Cremonese nel 2007 con i grigiorossi in C. Giovanni Arvedi è il fondatore del Gruppo Arvedi a gestione familiare (ora il nipote e un manipolo di consiglieri di assoluto prestigio hanno sostituito il fondatore alla guida della holding). Il Gruppo Arvedi è nato grazie a Giovanni che nel 1963 ha messo in piedi una fonderia di piccole dimensioni ma produttrice di prodotti siderurgici ad alto contenuto tecnologico, attività diventata apprezzata nel mondo al punto da raggiungere nel 2020 un fatturato di 8 miliardi di euro con 3600 dipendenti di cui 2800 nel territorio cremasco. Il Gruppo ha poi diversificato le proprie attività e lo vede impegnato anche nel sociale attraverso lo sport: oltre il calcio pure l’atletica e il ciclismo. Ha costruito poi un centro sportivo all’avanguardia e ha acquistato dal Comune lo Stadio Zini, struttura fantastica per assistere a una partita di calcio e in fase di progressiva ristrutturazione. Tornando al calcio giocato il mercato estivo condotto in tandem da Braida e Giacchetta è stato imponente e ora Pecchia si ritrova con una rosa di 30 calciatori, di cui 17 over e con un’età media complessiva di 25 anni. A fine mercato il bilancio è stato di 18 arrivi tra i quali spiccano i nomi di Frey, Meroni, Ravanelli, Gaetano, Fagioli, Valzania, Collodel, Di Carmine, Vido, Zanimacchia e Zunno. Fra le partenze significative invece segnaliamo Volpe, Zaccagno, Coccolo, Fornasier, Terranova, Pinato, Colombo (il centravanti che abbiamo visto giostrare a Ferrara nel turno precedente) e Ceravolo, ceduto in extremis al Padova in C. La Cremonese ora ha 22 punti in classifica, in piena zona playoff, mentre i Grigi ne hanno esattamente la metà e sono virtualmente nei playout. Entrambe arrivano da due successi nel turno precedente: l’Alessandria ha sbancato Ferrara mentre i grigiorossi hanno vinto in Calabria un match complicato contro la Reggina, sua avversaria diretta per una posizione d’eccellenza in classifica. La Cremonese di Pecchia, reduce da un lungo rodaggio vista la rivoluzione estiva dell’organico, naviga tra il 4-3-3 al 4-2-3-1, viste le caratteristiche e le attitudini all’adattabilità di certi suoi giocatori (Gaetano, Strizzolo, Zanimacchia, Fagioli, Bonaiuto, Valzania, in particolare). Poi in panchina il mister può contare su titolari aggiunti in grado di cambiare faccia alla propria squadra e l’inerzia del match a partita in corso. Un consiglio: se Gaetano sarà in campo ci sarà probabilmente da ammirare questo giovanissimo centrocampista d’attacco che arriva dalla Primavera del Napoli e sul quale il club di De Laurentis scommette come un possibile nuovo Insigne. Insigne il quale, allo stesso modo di Gaetano, fece un gran campionato in B con il Pescara al suo primo impatto con il calcio “dei grandi”, quel Pescara allenato da Zeman che fece grandi cose grazie agli esordienti Immobile (Scarpa d’Oro), Verratti (ora mediano del PSG e della Nazionale Italiana) e dello stesso Insigne che, rispetto agli esordi da mezza punta, agisce ora in una posizione più defilata da laterale sinistro nel Napoli e da terza punta a sinistra nel 4-3-3 di Mancini in Nazionale. Ma speriamo che, almeno sabato, Gaetano deluda le aspettative e soffra oltremodo le marcature “a uomo” di cui sicuramente Longo si avvarrà. A risentirci sabato con le Pagelle di Cichinisio pubblicate a fine partita, come al solito. Pagelle, le nostre, redatte a caldo, senza “inquinamenti” sospetti delle dichiarazioni post partita dei protagonisti, senza orecchiare i giudizi degli addetti ai lavori i quali fanno sì che i loro suggerimenti e valutazioni vengano poi ripresi da tutti i giornalisti in una sorta di piaggeria cooperativistica e sono, di fatto, tutte omologate al “pensiero unico”. Pensiero che se colto seriamente è spesso fuorviante. Ma siamo nati per soffrire a causa delle le banalità e della insopportabile boria dei “soliti noti” che, ultimamente, si sono appropriati pure dell’unica trasmissione televisiva locale di commento in onda il martedì sera. Un programma condotto da un peraltro bravo conduttore che, però, di calcio pare digiuno e quindi si affida spesso, ahi lui, a commenti e a commentatori imbarazzanti quanto alla ricerca del politically correct a tutti i costi. Una colpevole banalizzazione delle gesta di una squadra commovente quanto a impegno e di una categoria che meriterebbe un’attenzione e una cornice ben diversa. Ci riferiamo quindi a un’autentica e provinciale occasione mancata che non merita né la nostra squadra, commovente per l’impegno profuso, né la Serie B, comprata e vista in oltre mezzo mondo. Magari, con pochi tocchi mirati e voci critiche più sanguigne, competenti e disinteressate, potrebbe trasformarsi in un appuntamento interessante per tutti gli appassionati. Ma il conformismo e l’autoreferenzialità si sono “digeriti” pure un momento di informazione e critica che meriterebbe ben altro spessore.