Torino – Chi percepisce il reddito di cittadinanza, e ha firmato il “patto per il lavoro”, ovvero è considerato idoneo dagli uffici per l’impiego, riceverà un piano di formazione personalizzato per una ricollocazione. Nel caso in cui non dovesse accettare il percorso formativo, o, avendolo accettato, non dovesse frequentarlo, la Regione farà una segnalazione all’Inps con l’invito a verificare che l’interessato abbia davvero i requisiti per ricevere l’assegno. Questa la linea assunta dalla Regione Piemonte per limitare e contenere il più possibile il fenomeno dei “furbetti del reddito di cittadinanza”. Si tratta di un provvedimento a tutela di chi riceve il reddito onestamente e verso chi lo finanzia pagando le tasse. La misura, finanziata con 4 milioni a favore delle agenzie formative che dovranno presentare un catalogo di percorsi di aggiornamento professionale, coinvolge tra i 20 e i 25 mila percettori di reddito su un totale di 175.000 beneficiari, perché non tutti coloro che percepiscono il reddito hanno sottoscritto il “patto per il lavoro”. La maggior parte (il 61%) risiede in provincia di Torino, dove la crisi si fa sentire con maggior forza. Seguono Alessandria, 10%, Cuneo 8% e Novara 7%. La Regione Piemonte ora prevede dei corsi tra le 16 e le 200 ore a seconda dei percorsi e dei soggetti ed è la prima Regione in Italia a farlo.