Alessandria – È Luciano Rabita, 65 anni, originario di Caltanissetta ma residente ad Alessandria, secondo gli inquirenti “assai vicino alle cosche di Cosa Nostra in Sicilia” nonché condannato nel 2019 per estorsione aggravata a tre anni e sei mesi di reclusione, l’uomo citato dal comunicato stampa della Dia, da noi pubblicato ieri mattina, al quale gli operatori della Direzione Investigativa Antimafia (Finanza, Carabinieri, Polizia) hanno posto sotto sequestro, in applicazione del decreto emesso dal Tribunale di Torino Sezione Misure di Prevenzione, beni mobili e immobili, rapporti finanziari e quote societarie per un valore complessivo di oltre un milione di euro. Questi, conosciuto quale imprenditore dedito alla promozione e alla gestione di cooperative di pulizia, era già stato condannato nel 2019 per estorsione aggravata a tre anni e sei mesi di reclusione nell’ambito dell’operazione “Borderline” unitamente a Vincenzo Aliano, 61 anni abitante nel Valenzano, Michele e Giulio Aliani, alessandrini di 41 e 31 anni. I quattro aggredirono due tecnici, di cui uno ingegnere edile, operanti a Voghera, che avevano presentato loro una parcella da 135.000 euro per una consulenza ritenuta troppo onerosa dai quattro committenti. Nello specifico, il sequestro dei giorni scorsi effettuato anche nei confronti di familiari e amici, riguarda 8 abitazioni, 2 beni mobili, rapporti finanziari nonché quote di partecipazione in due società operanti nel settore immobiliare e delle pulizie.