La festività di Ognissanti domani e la ricorrenza del 2 novembre confermano il legame con celebrazioni che restano tra le più radicate della tradizione nazionale.
Gli alessandrini tornano nei cimiteri con piante e fiori da porgere in dono ai propri defunti, in una ricorrenza che resta tra le più radicate della tradizione nazionale, dopo che lo scorso anno per l’emergenza Covid erano state varate misure anti contagio con orari limitati, ingressi scaglionati e prenotazioni.
È quanto rende noto Coldiretti in occasione della tradizionale visita ai cimiteri nel ponte di Ognissanti e dei morti per onorare i propri cari durante la quale si stima che verranno acquistati circa 3,5 milioni di crisantemi ma anche molti altri fiori made in Italy.
“Un appuntamento che, dopo i problemi dell’emergenza sanitaria del 2020, si presenta quest’anno, grazie ai vaccini sotto ben diversi auspici – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco -. Il ricordo dei defunti rappresenta la ricorrenza più importante dell’anno per molti italiani e per la floricoltura Made in Italy che realizza in questo periodo circa il 20% del proprio fatturato. Purtroppo la produzione risulta essere in contrazione, a causa della riduzione dei trapianti, nei mesi scorsi, dettata dalle incognite legate all’andamento della pandemia”.
Come sempre l’auspicio è che venga privilegiato il ‘verde naturale’ con piante e fiori veri e non ‘prodotti’ di plastica.
È triste, infatti, vedere nei cimiteri fiori e piante finte.
“In rialzo pertanto i prezzi, con una domanda in crescita e quotazioni all’ingrosso aumentate anche del 20% rispetto allo scorso anno anche per effetto dell’aumento dei costi energetici, dei fertilizzanti, delle plastiche e di tutti i fattori produttivi, a monte e a valle della produzione in serra: dalle talee ai trasporti, dai vasi al confezionamento – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo -. A rischio c’è il futuro di un settore chiave del Made in Italy agroalimentare, è pertanto necessario intervenire, anche attraverso il PNRR, per ridurre i costi energetici e della logistica, per rendere il settore ancora più competitivo”.
Il crisantemo continua ad essere il dono preferito in occasione della ricorrenza soprattutto per la sua bellezza e lunga durata. La sua produzione è in calo a livello nazionale e i prezzi al dettaglio possono variare tra 1,00 a 2,5 euro per i crisantemi e possono arrivare a oltre 20 euro se si tratta di fiori in vaso o di mazzi con più fiori, con una tendenza all’aumento fino al 20% per acquisti last minute.
Per questo è opportuno, nonostante il tipo di ricorrenza, non fare acquisti di impulso, ma verificare e mettere a confronto i diversi prezzi. Per evitare di cadere nelle trappole del mercato e non alimentare l’illegalità è meglio evitare venditori improvvisati e preferire l’acquisto, se possibile, direttamente dai produttori, ricordando che acquistando fiori italiani si sostengono le imprese, l’occupazione, il territorio.
I crisantemi si possono acquistare come steli recisi e in vaso nelle diverse forme (pon pon, a dalia, a fiore grande, ad anemone, a margherita e spider) con uno o più fiori per stelo, anche in ciotola nella nuova forma a “cuscino rotondo”, e nei diversi colori tradizionali (giallo, bianco) ai quali si sono aggiunte varianti di tendenza di quest’anno che vanno dal viola scuro al prugna fino ai colori “bruciati” in genere. Il “fiore d’oro”, dal greco chrysòs (oro) e ànthemon (fiore), era già coltivato in Cina cinque secoli prima di Cristo, mentre in Europa si diffuse alla fine del 1700 in Francia, in Italia e in Inghilterra.
E per conservare al meglio i fiori recisi dopo l’acquisto, si consiglia di cambiare l’acqua nei vasi ogni due o tre giorni e di tagliarne il gambo, ma anche di aggiungere ogni litro d’acqua un cucchiaio da caffè di varechina e 40 grammi di zucchero per conservarlo al meglio per una settimana.